Martedì 6 dicembre si apre a Essen la convention del partito democratico-cristiano della Germania. Angela Merkel, capo del Bundestag dal 2005, riceverà l’investitura per candidarsi alle elezioni del prossimo anno. Il suo partito ha già comunicato che non intende allearsi con i populisti dell’Afd e la sinistra della Linke.

Al congresso della Cdu del 2014, la cancelliera fu rieletta alla guida del epa03961505 Chancellor Angela Merkel speaks at the CSU party conference in Munich, Germany, 23 November 2013. The conference will last until 23 November 2013. EPA/PETER KNEFFELpartito con il 97,7% dei voti. Se per la nomina a presidente non ci sono dubbi, mancano reali concorrenti in lizza per la carica, molti ritengono che Merkel non riuscirà a ottenere il suffragio della passata votazione. Le contestazioni ricevute negli ultimi mesi dalla base del partito per la politica d’apertura ai profughi si sono propagate in alcuni congressi regionali. Pesano anche i malumori delle sconfitte elettorali della Cdu in diversi Lander, gli stati federali della Germania.

Tuttavia i delegati del partito non cercheranno di intaccare l’immagine di Merkel, sebbene la stessa cancelliera abbia detto di aspettarsi “un risultato onesto”. Come nei precedenti congressi dove la cancelliera si è proposta per la presidenza, non c’è un avversario. Una volta chiusa la convention, la futura candidata alla cancelleria della Germania dovrà affrontare una lunga campagna elettorale fino alle elezioni dell’autunno 2017, alle quali la Cdu si presenterà senza annunciare una preferenza per una specifica coalizione di partito. Ad ogni modo è esclusa a priori la possibilità di una qualsiasi alleanza con le forze di estrema destra e sinistra, i populisti dell’Afd e i socialisti democratici della Linke.

Per la cancelliera, Essen, città del Nordreno-Vestfalia, rappresenta un ritorno alle origini: qui nel congresso del 2000 fu eletta alla guida della Cdu per la prima volta. Tuttavia la sua longevità politica non riguarda i suoi colleghi stranieri: con il No al referendum costituzionale cade un altro tra gli interlocutori prediletti della politica estera di Merkel, che si è detta “dispiaciuta” per le dimissioni del primo ministro Matteo Renzi. Già preoccupata per il post-Obama e per la Brexit, la cancelliera ritiene l’incognita del dopo Renzi un freno che non aiuterà a risolvere i problemi dell’Italia: poche riforme economiche, debito pubblico ancora elevato, sofferenze delle banche.