Mentre Xi Jinping vola verso Mosca per incontrare Putin diventa ancora più evidente la necessità di velocizzare il piano strategico per contrastare la minaccia di espansione cinese verso l’indo-pacifico. La corsa agli armamenti è iniziata attraverso l’accordo strategico Aukus, alleanza di sicurezza siglata nel 2021 da Stati Uniti, Regno Unito e Australia. Il presidente Usa, Joe Biden, il Primo ministro inglese, Rishi Sunak, e il Primo ministro australiano, Anthony Albanese, si sono incontrati il 14 Marzo a San Diego e hanno svelato i dettagli del loro piano per la creazione di una nuova flotta di sottomarini a propulsione nucleare. Una storica partnership che ha l’obiettivo di contenere e contrastare l’influenza della Cina nella regione indo-pacifica. Il progetto prevede più fasi e culminerà con la produzione, in tutti e tre i paesi, di una nuova classe di sottomarini, denominati “Ssn- Aukus”, realizzati con le nuove tecnologie fornite dagli Usa. La finalità è quella di creare una capacità di cooperazione tra le tre marine militari, in modo tale che le flotte possano comunicare utilizzando la stessa tecnologia.«Con questa nuova partnership, stiamo dimostrando ancora una volta come le democrazie possano garantire la nostra sicurezza e la nostra prosperità… non solo per noi, ma per il mondo intero», ha dichiarato Biden.

Il Patto-  Secondo l’Aukus (acronimo che sta per Australia, Regno Unito e Stati Uniti) l’Australia riceverà nel prossimo decennio tre sottomarini Virginia, esemplari di ultima generazione tra i  più moderni e con grandi capacità belliche, con l’opzione di acquisto per altre due unità. Contestualmente Canberra e Londra inizieranno a produrre la nuova classe “Ssn-Aukus”. A partire da quest’anno i marinai della Marina australiana saranno inviati nelle basi militari di Stati Uniti e Regno Unito per imparare a utilizzare i nuovi mezzi a propulsione nucleare. Per l’Australia si tratta di un importante potenziamento delle capacità militari. Il Paese diventa solo il secondo, dopo il Regno Unito, a ricevere la tecnologia di propulsione nucleare d’élite di Washington. I sottomarini saranno in grado di operare più lontano e più velocemente dell’attuale flotta a motore diesel del paese, potranno superare i 46 km/h.

Il fiato di Pechino sul collo- Il premier australiano ha dichiarato che il piano, che costerà a Canberra fino a 368 miliardi di dollari australiani in 30 anni, rappresenta il «più grande investimento singolo nella capacità di difesa dell’Australia in tutta la sua storia». L’avvicinamento tra Putin e Xi Jinping, confermato dalla visita del leader cinese a Mosca dal 20 al 22 Marzo, ha allarmato ulteriormente  le potenze occidentali che hanno visto chiaramente la minaccia dell’espansione navale cinese nei mari del Sud, zona dove passa il 90% dei commerci mondiali.

L’Australia è un paese scarsamente popolato, quasi vuoto rispetto all’estensione geografica, ma ricchissimo di risorse naturali che servirebbero come il pane alla Cina. La paura che gli equilibri mondiali di potere possano essere scardinati ha reso necessaria l’accelerazione del patto angloamericano: «L’invasione illegale dell’Ucraina da parte della Russia, la crescente assertività della Cina, il comportamento destabilizzante dell’Iran e della Corea del Nord minacciano di creare un mondo caratterizzato da pericolo, disordine e divisione», le parole del primo ministro inglese Rishi Sunak.

Ricadute politiche- Nel 2021 il patto ha comportato una crisi diplomatica tra Francia e Australia, l’Aukus ha causato la cancellazione di un contratto multimilionario programmato tra i due paesi che prevedeva la costruzione di sottomarini in diesel. La partecipazione all’intesa trilaterale ha annullato questo accordo e ha creato una spaccatura con Parigi ancora da arginare. Inoltre la Cina è il principale partner commerciale dell’Australia, dichiarare la volontà di armarsi per contrastarla potrebbe rivelarsi un problema nel rapporto tra i due paesi. Secondo gli analisti si tratterà di capire se l’Australia potrà continuare a rafforzare i suoi legami militari con gli Stati Uniti e al contempo favorire i legami commerciali con Pechino.

La reazione cinese-  Pechino ha fortemente criticato l’importante accordo navale. Dopo l’incontro del 14 Marzo, il portavoce degli Esteri cinese Wang Wenbin,  ha accusato le tre nazioni di «camminare sempre più sulla strada dell’errore e del pericolo». Wenbin considera l’accordo come simbolo di una tipica mentalità da Guerra Fredda, che stimolerà solo una corsa agli armamenti, saboterà il sistema internazionale di non proliferazione nucleare e danneggerà la pace e la stabilità regionali. La Cina accusa gli alleati occidentali di aver ostacolato gli sforzi di non proliferazione nucleare. In risposta il Presidente degli Stati Uniti ha dichiarato che l’accordo mira a rafforzare la pace nella regione e ha sottolineato che i sottomarini saranno «a propulsione nucleare, non armati con armi nucleari». Inoltre Biden ha affermato che l’accordo non metterà a rischio l’impegno dell’Australia a essere un Paese denuclearizzato.