Xi Jinping, Fonte: Flickr

Taiwan non più indipendente ma una regione della Cina. Questo, di fatto, uno degli obbiettivi  principali promossi dal presidente cinese Xi Jinping  il 13 marzo, durante la chiusura delle sessioni di lavoro dell’Assemblea nazionale del popolo cinese, il ramo legislativo del parlamento cinese. Il presidente di Pechino, rieletto a unanimità per almeno i prossimi 5 anni, ha fatto riferimento ai requisiti di adesione al principio della “Unica Cina” e al Consenso del 1992, oltre a una promozione attiva «dello sviluppo pacifico delle relazioni tra le due sponde dello Stretto di Taiwan». «La Cina- ha aggiunto Xi Jinping- si opporrà con fermezza alle interferenze esterne e alle attività separatiste per l’indipendenza di Taiwan promuovendo con decisione il processo di riunificazione nazionale»

Principio dell’unica Cina – Il principio dell’ unica Cina è stato stabilito dalla Repubblica Popolare Cinese dopo lo spostamento del governo nazionalista del Kuomintang sull’isola di Taiwan, nel 1949. Secondo questa regola, Taiwan ma anche Tibet e Xinjiang fanno parte di una Cina unita.

Consenso del 1992 – In uno storico incontro a Hong Kong nel 1992, Taipei e Pechino hanno concordato sull’esistenza di “un’unica Cina” che comprende sia quella continentale sia quella insulare senza però risolvere il dilemma legato alla sua sovranità. Il cosiddetto Consenso del 1992 rappresenta la base delle relazioni bilaterali, ma la sua interpretazione rimane complessa. A fare riferimento al Consenso era stata anche una storica chiamata del 2008 tra l’allora presidente cinese Hu Jintao e quello americano George W. Bush. Entrambe le parti nel corso della chiamata riconoscevano l’esistenza di un’unica Cina, ma non concordavano sulla sua definizione politica.