Lourdes

La grotta di Lourdes dove la Madonna apparve a Bernadette Soubirous

Più di 5 milioni di presenze turistiche in Italia, circa 330 milioni nel mondo. La fede, nonostante la crisi, riesce a smuovere le masse e a far girare l’economia. Il turismo religioso genera un giro d’affari che, secondo la World Tourism Organization, si aggira intorno ai 18 miliardi di dollari ogni anno, di cui 4 miliardi e mezzo prodotti solo in Italia. E che ha prodotto negli anni un universo fatto di agenzie viaggi specializzate, piccole associazioni parrocchiali e grandi organizzazioni ecclesiali specializzate nel trasportare il pellegrino verso la meta prescelta, offrendogli uno standard sempre più elevato.

“Oggi il pellegrino chiede un viaggio migliore rispetto al passato – conferma Salvatore Pagliuca, presidente dell’Unitalsi, Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali – tant’è che a Lourdes, meta principale dei nostri pellegrinaggi, ci siamo strutturati con alberghi e case per gli ammalati che offrono un’accoglienza all’italiana in termini di pulizia e di cibo”. Strutture che l’anno scorso hanno accolto nel paesino francese circa 40 mila pellegrini, sui 60 mila in totale partiti con l’associazione. Numeri elevati, come gli altri che descrivono questa realtà nata nel 1903 e riconosciuta dalla Cei: circa 100 mila soci tra volontari e ammalati, più di 300 tra sezioni e sottosezioni a livello regionale e provinciale e introiti per circa 30 milioni di euro annui. “Purtroppo insufficienti – dice Pagliuca – perché puntualmente chiudiamo il bilancio in perdita. Il costo per mantenere tutte le strutture di accoglienza, all’estero ma soprattutto in Italia, è sempre più elevato”.

Nel panorama del turismo religioso l’Unitalsi si colloca a un estremo, offrendo un’esperienza più spirituale, diversa dai viaggi mordi e fuggi. I soci Unitalsi pagano una quota annuale, mentre il prezzo per un pellegrinaggio è in media tra i 600 e i 700 euro.

Dall’altra parte si trovano le tante agenzie viaggi specializzate nate negli ultimi anni, attente più alle esigenze prettamente turistiche dei viaggiatori che alla loro spiritualità. Offrono cataloghi dettagliati, varie opzioni e date per partire e, soprattutto, propongono anche quelle mete non ancora ufficialmente riconosciute dalla Chiesa, come Medjugorje.  “Sì, è la nostra destinazione più richiesta”, conferma Luca, operatore di un’agenzia del Nord Italia che è stata la prima, nel 1984, a organizzare viaggi verso il santuario bosniaco. Medjugorje è uno dei tanti esempi della forza della fede: dal 1981, data in cui iniziarono le presunte apparizioni della Madonna, ha attirato milioni di visitatori incuranti della posizione ufficiale scettica, se non proprio ostile della Chiesa. Un fascino che ha conquistato gli italiani: sono sempre di più coloro che si recano a vedere “la più grande truffa nella storia della Chiesa”, come la definì all’epoca delle prime apparizioni il vescovo di Mostar Pavao Zanic.

Non va altrettanto bene ad altri santuari: dopo il grande boom degli anni ‘90 e 2000, la crisi sembra avere colpito quello di San Giovanni Rotondo, dove riposano le spoglie di San Pio. Una flessione che i frati della cittadina pugliese, riferendosi alle offerte dei fedeli, stimano essere intorno al 15 per cento. Compensata però, a livello nazionale, dal cosiddetto ”effetto Francesco”: “Le richieste dei nostri associati per Roma si sono moltiplicate all’ennesima potenza – dice il presidente dell’Unitalsi Pagliuca. – Da quando è stato eletto Papa Francesco, nei nostri stand di accoglienza per gli ammalati abbiamo dovuto impiegare 800 volontari, contro i 15-20 che impiegavamo prima”.

Insomma, anche se apparentemente volubili, i fedeli in movimento sono una risorsa da sfruttare per territori e per operatori del settore turistico. E non sarà un caso che, proprio quest’anno, a settembre, si terrà il primo Congresso internazionale sui pellegrinaggi e il turismo. Dove? A Santiago de Compostela, ovviamente.

Francesco Loiacono