Un sessista molestatore, favorevole alla guerra e a uno stato di polizia. Nulla è stato risparmiato a Michael Bloomberg, nuovo arrivato tra i candidati alle primarie dem, dai compagni di partito e suoi avversari nella gara per decidere chi sarà l’avversario di Donald Trump. In Nevada il confronto più feroce di sempre ha visto l’ex sindaco di New York attaccato da tutti e su tutti i fronti. Il peso dei 400 milioni di dollari già spesi per la campagna elettorale ha spaventato tutti i possibili avversari, con la senatrice Elizabeth Warren che è stata la più esplicita nel manifestare il suo disprezzo per il nuovo arrivato. In attesa dei caucus del Nevada previsti per il 22 febbraio, ecco il riassunto delle posizioni e degli scambi che hanno infiammato il palco.

Bloomberg nemico pubblico – «Vorrei parlarvi di chi è il nostro avversario – ha detto Warren -, un miliardario che chiama le donne grassone o lesbiche con la faccia da cavallo. E no, non sto parlando di Donald Trump ma del sindaco Bloomberg». La senatrice ha aperto così le danze, trovando subito un compagno di ballo in Bernie Sanders. «Dovreste ricordarvi di come il sindaco Bloomberg abbia sostenuto George W. Bush nel 2004 come presidente», ha detto il senatore del Vermont, che della sua opposizione al periodo Bush (padre e figlio) e alle loro guerre in Medio Oriente ha fatto una delle colonne portanti della sua campagna elettorale. Joe Biden, che è apparso stanco  per tutta la durata del dibattito (probabilmente a causa della scivolata in quinta posizione nella corsa alla candidatura democratica), si è limitato a ricordare quanto “la sua città sia stata male amministrata quando era sindaco”.

Bloomberg contrattacca – «Io so come gestire un truffatore arrogante come Donald Trump», è stata la frase di apertura dell’ex sindaco che ha subito attaccato Bernie Sanders: «Il socialista più famoso di questa nazione è un milionario con tre case, mi sono perso qualcosa?». Sanders però gli ha subito ricordato che una casa è a Washington, dove lavora, una a Burlington, Vermont dove vive, e la terza è una residenza estiva che hanno migliaia di altri vermonteers, i cittadini del Vermont. Bloomberg, poi, si è dovuto difendere dagli attacchi sulla sua politica dello Stop and Frisk che permetteva ai poliziotti newyorkesi di fermare e perquisire chiunque senza mandato o validi motivi. «Mi scuso e chiedo perdono, abbiamo fermato troppe persone. Ora dobbiamo assicurarci di fare qualcosa per il sistema giudiziario e detentivo di questo paese». Quando il bersaglio è diventato il suo patrimonio personale di 52 miliardi di dollari si è limitato a rispondere: «Beh si, faccio un sacco di soldi, ma vedrete la mia dichiarazione dei redditi tra qualche settimana, più veloce di così non posso fare».

Warren rilancia – «Lei ha fatto firmare chissà quanti accordi di non divulgazione a donne che lavoravano per lei sia per molestie sessuali sia per discriminazione di genere sul posto di lavoro» ha detto la senatrice del Massachusetts.  Bloomberg corre ai ripari ma non sembra riuscirci: «Abbiamo avuto veramente pochi accordi di non divulgazione» – («Si ma quanti?» incalza subito Warren) – e nessuno di questi – continua Bloomberg – mi accusa di nulla che non sia una brutta battuta che a qualcuno non è piaciuta». «Voglio essere chiara – ribatte la senatrice -, pochi, quanti sono esattamente? Ma soprattutto, queste donne hanno firmato o sono state obbligate a firmare questi accordi? Se loro volessero raccontare la loro versione, lei sarebbe d’accordo?». «Senatrice, no» ha risposto Bloomberg.

Bloomberg - Warren - LicheneButtigieg vs Klobuchar – Quando ad Amy Klobuchar viene chiesto se conoscesse il nome del presidente del Messico la sua risposta è stata semplicemente: no. Pete Buttigieg ha colto l’occasione al volo «Lei è letteralmente a capo del comitato che si occupa della sicurezza al confine e non sa nominare il presidente del Messico?». Immediata la risposta: «Stai cercando di dire che sono stupida? Vuoi prendermi in giro Pete?». Vale la pena notare come Elizabeth Warren sia corsa immediatamente in difesa della collega candidata, probabilmente è ai suoi voti e ai suoi sostenitori che punta quando la rosa dei candidati si restringerà ancora di più. L’ultimo colpo di coda della serata è stato di Pete Buttigieg che con una frase ha criticato sia Bloomberg sia Sanders, i suoi avversari diretti, sottolineando come il suo centrismo sia l’unico modo per sconfiggere Trump: «Non dovremmo dover scegliere tra un candidato che vuole distruggere questo partito dalle fondamenta e uno che questo partito se lo vuole comprare».