Sono almeno 66 le persone morte in seguito all’ennesimo raid israeliano sul nord di Gaza. I missili hanno colpito all’alba del 21 novembre e alla conta dei morti si aggiungono oltre 100 feriti. Lo riferiscono Al Jazeera e l’agenzia di stampa palestinese Wafa. Si cercano ancora i dispersi di quello che l’agenzia definisce un «orribile massacro». L’attacco ha raso al suolo diversi edifici residenziali.

Raid su Siria e Libano – Nella città di Palmira, il bilancio dei morti è salito a 68 dopo gli attacchi israeliani contro i gruppi filo-iraniani. Le informazioni arrivano dall’Osservatorio siriano per i diritti umani. Le vittime comprendono 42 combattenti filo-iraniani, 22 iracheni e 4 membri degli Hezbollah libanesi. I raid continuano anche sul Libano. Nelle ultime ore ne sono stati segnalati tre nella periferia sud di Beirut e uno nella città costiera di Tiro. In entrambi i luoghi era stato emesso un ordine di evacuazione qualche ora prima dalle forze di difesa israeliane.

La decisione Usa – I media americani riferiscono che il Senato Usa ha dato il via libera alla vendita di tank a Israele. Lo stop era stato introdotto per limitare l’uccisione di civili e bambini palestinesi per mano delle forze armate israeliane. Decisione ribaltata dall’aula, che il 20 novembre ha visto solo 15 senatori opporsi al via libera. Continua anche il lavoro della diplomazia americana: l’ufficio del capo del governo israeliano ha riferito che è atteso in queste ore l’incontro tra l’inviato Usa Amos Hochstein e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. L’obiettivo sarà la mediazione di un cessate il fuoco.