I cittadini di Parigi hanno votato in larga maggioranza a favore dell’abolizione dei monopattini elettrici a noleggio indetto dalla sindaca socialista, Anne Hidalgo. La partecipazione è stata contenuta. Su oltre un milione di aventi diritto, 103.084 sono andati a votare. Di questi, circa l’89,03% ha sposato la posizione di Hidalgo, fortemente contraria agli e-scooter a batteria in quanto costosi («5 euro ogni 10 minuti»), pericolosi e inquinanti.

I precedenti – La scelta di indire un referendum è nata in risposta ai frequenti incidenti stradali – 203 nel 2019; 426 nel 2022 – causati dai monopattini a batteria; in alcuni casi, rivelatisi addirittura mortali: come nel precedente della 31enne italiana di nome Miriam, deceduta per arresto cardiaco dopo esser stata travolta e aver battuto la testa.
Un’emergenza, quest’ultima, causata dall’imprudenza dei conducenti che, nonostante l’inasprimento delle contravvenzioni del 2019, non sempre indossano il casco o indossano indumenti ad alta visibilità, effettuano manovre pericolose o non hanno cura del veicolo; ma anche fortemente dipendente da aspetti legati alla natura dei mezzi in sé, che possono raggiungere velocità superiori ai 20 km/h di velocità e non richiedono la patente di guida.

Gli operatori – Il referendum ha visto perdente la posizione delle principali società di sharing – TIER, Dott e Lime –, che rischiano ora di vedere danneggiato il proprio business. Se la decisione di Parigi sarà imitata anche da altri capitali europee, ciò potrebbe comportare una battuta d’arresto dell’intero modello di mobilità, che negli ultimi anni aveva aumentato il numero di utenti, ma anche moltiplicato quello di incidenti – nel 2021, nel solo Regno Unito, si sono contati 1,352 collisioni con e-scooters rispetto alle 460 del 2020.

La situazione in Italia – In Unione europea, la sindaca di Parigi non è la sola ad aver manifestato una posizione critica sulla micromobilità elettrica. Pur non avendo espresso la medesima volontà di vietare i monopattini, anche il primo cittadino di Firenze, Dario Nardella, è da anni ugualmente impegnato in una battaglia sul fronte della sicurezza stradale. Le sue richieste, manifestate anche al Parlamento, si incardinano sulla necessità di introdurre come obbligo di legge nazionale il patentino di guida, un numero di riconoscimento e il casco. Accorgimenti resisi a sua giudizio necessari dopo la tragica morte del 27enne Mohamed Fahim Abdul Rahuman, travolto da uno scooter nel 2021, mentre era alla guida del veicolo a due ruote senza casco.