Il 14 dicembre il giornalista e scrittore italiano Corrado Augias ha restituito le insegne della “Legion d’onore“, ricevuta nel settembre 2007 dalla Francia. La decisione è arrivata a qualche giorno di distanza dalla notizia del conferimento dell’onorificenza, la più prestigiosa tra quelle a disposizione el governo di Parigi, anche al leader egiziano Al-Sisi. L’iniziativa del presidente Emanuel Macron è stata rivelata dalla trasmissione “Le Quotidien”, che il 9 dicembre ha pubblicato alcuni video dell’incontro tra lo stesso Macron e il “collega” egiziano. La visita è avvenuta il 7 dicembre ma era stata tenuta nascosta, tanto che tra gli appuntamenti dell’agenda presidenziale non figuravano né la cerimonia d’onorificenza, né la cena ufficiale all’Eliseo dell’ospite assieme a Macron e alla première dame Brigitte. Inoltre, alla stampa nazionale, ammessa solo alla breve dichiarazione ufficiale, non era stata permessa la diffusione di immagini o riprese, mentre la copertura mediatica di parte egiziana era stata enorme. Poi, dopo le forti pressioni delle associazioni per i diritti civili, Macron aveva risposto alle accuse di un’eccessiva condiscendenza francese nei confronti di Al-Sisi per il mancato rispetto dei diritti umani in Egitto, dichiarando: «Non condizionerò la nostra cooperazione in materia di difesa, così come in materia economica, a questi disaccordi». Il portavoce del governo Gabriel Attal aveva anche negato ogni imbarazzo e nonchè il tentativo di nascondere l’accoglienza riservata al leader egiziano: «Abbiamo comunicato su questa visita, non c’è nessun problema».

Le proteste per il caso Giulio Regeni – Credits: Ansa

La lettera di Augias – Il giornalista ha scritto una lettera al direttore de “La Repubblica”, il suo ex giornale, dove ha spiegato i motivi della sua scelta. Oltre alla volontà di onorare la memoria del giovane italiano assassinato al Cairo nel febbraio 2016, ha sottolineato le ricadute etiche e morali della scelta di decorare Al-Sisi, rifacendosi al concetto della “cosa giusta da fare”, cui anche i capi di Stato dovrebbero essere soggetti, precisando: «Non voglio sembrare più ingenuo di quanto non sia. Conosco abbastanza i meccanismi degli affari e della diplomazia – però so anche che esiste una misura. Credo che in questo caso la misura del giusto sia stata superata, anzi oltraggiata. Con profondo rincrescimento». Augias non ha nascosto la sua dura critica nei riguardi di Al-Sisi, del resto condivisa dalla comunità internazionale, per il comportamento non collaborativo del governo egiziano in tutta la vicenda del giovane ricercatore italiano assassinato dai servizi di sicurezza. Al giornalista è arrivata la gratitudine dei genitori di Giulio Regeni e anche alcuni politici italiani hanno scelto di seguire l’esempio a sostegno della protesta. Sergio Cofferati ha restituito la “Legion d’onore” ricevuta nel 2001, così come l’ex ministra dei Beni culturali Giovanna Melandri, che l’aveva ottenuta nel 2000. Sulla loro scia anche l’ex parlamentare Luciana Castellina, che ha rinunciato al titolo di ufficiale delle Arti e delle Lettere della Repubblica Francese.

la Legione d’onore, la più alta onorificenza francese – Credits: Wikimedia Commons

“Legionari” italiani – Sono molti i cittadini del nostro Paese che hanno ricevuto il titolo di cavaliere o dama dell’ordine della Legione d’onore. Gli scrittori Italo Calvino, Umberto Eco e Gabriele D’Annunzio, la scienziata Rita Levi-Montalcini, il grande compositore Gaetano Donizetti. Ma anche figure minori, come Peppino Garibaldi, nipote del celebre Giuseppe e generale dell’esercito italiano, o Amedeo Gordini, pilota e costruttore d’auto molto conosciuto in Francia come “le sorcier”, il mago dei motori. In tempi moderni, tra le personalità di spicco del mondo delle arti troviamo l’attrice Sophia Loren, assieme a Mina Gregori, storica d’arte di fama planetaria, e Livia Pomodoro, presidente dell’Accademia delle Belle Arti di Brera ed ex presidente del tribunale di Milano. Ma anche figure controverse, come quella di Francesco Mengozzi, ex-vicedirettore Rai, direttore generale delle Ferrovie dello Stato e ad di Alitalia dal 2001 al 2004, condannato nel 2015 a causa dopo il crac della comapgnia di bandiera. Ironia della sorte, fu insignito con la “Legion d’onore” proprio nel 2003. Molti anche i nostri politici del passato e del presente a cui è stato conferito questo titolo. A partire da Giovanni Leone, sesto presidente della Repubblica italiana, o Luciano Modica matematico ed ex-senatore, o ancora Gianni Letta, zio dell’ex Presidente del Consiglio Enrico Letta. Quest’ultimo fa parte della folta schiera di politici insigniti che, dopo il gesto di Macron, sono per ora rimasti in silenzio. Tra gli altri ricordiamo Franco Bassanini, Massimo D’Alema, Dario Franceschini, Sandro Gozi, Roberta Pinotti, Giuliano Pisapia, Romano Prodi, Beppe Sala, Walter Veltroni, Carlo De Benedetti, Franco Frattini e Claudio Scajola. C’è stato anche, pur appoggiando la posizione di Augias, chi ha però deciso di non rinunciare al titolo: per esempio Emma Bonino, Piero Fassino e Stefania Prestigiacomo, che riterrebbe la sua restituzione un “grave gesto di disprezzo istituzionale”.

“Imperatore Napoleone I nel suo studio” dipinto di Paul Delaroche – Credits: Wikimedia Commons

I rifiuti più celebri alla “Légion d’Honneur” – La lunga lista dei rifiuti francesi più famosi della massima onorificenza  comprende personalità appartenenti ai più svariati ambiti: grandi firme della letteratura come French Albert Camus, Jean-Paul Sartre e Simone de Beauvoir, artisti del calibro di Claude Monet, celebrità come Brigitte Bardot, e infine pionieri della scienza come Pierre e Marie Curie. In tempi più recenti da registrare anche il rifiuto dell’economista di fama mondiale Thomas Piketty nel 2015. Tra le tante motivazioni si va dalla semplice indifferenza fino al dissenso nei confronti del governo. Per citare uno dei primi casi di rifiuto italiano di questo encomio bisogna risalire al 1811 con Roberto Costaguti, vescovo della chiesa cattolica. All’epoca dei fatti il religioso, da poco diventato cieco, restituì la Legione allo stesso imperatore Napoleone Bonaparte, che l’aveva istituita, il quale sperava in quel modo di piegarlo ai principi della chiesa gallicana.