I risultati del secondo turno delle elezioni regionali francesi confermano il trend della settimana precedente: il Partito Socialista ha vinto in Bourgogne-Franche-Comté, in Bretagna, nel Centre-Val de Loire, nel Nouvelle-Aquitaine e in Occitania. I Repubblicani – o i candidati da loro sostenuti – restano al comando in Hauts-de-France, Ile de France e Provenza-Costa Azzurra, Auvergne-Rhône-Alpes, Grand Est, Pays de la Loire e Normandia. In totale, dunque, la sinistra conferma i suoi cinque governatori uscenti e la destra moderata conquista in tutto sette regioni. La Corsica resta invece autonomista. Quindi, alla luce di questi risultati e in vista delle presidenziali del 2022, anche la lotta per l’Eliseo non sembra più una questione a due tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen, usciti ridimensionati da questa tornata elettorale.

Astensionismo – Il grande vincitore, come al primo turno, è ancora una volta l’astensionismo: secondo le stime Ipsos-Sopra Steria, il 65,7% dei francesi non è andato a votare, contro il 66,7% di una settimana fa. Il leggerissimo aumento della partecipazione non è nulla in confronto a quello delle regionali del 2015 dove si era passati dal 41,49% di affluenza al primo turno, al 50,09% del secondo. Negli scorsi giorni giornalisti e istituti statistici hanno cercato di spiegare la composizione di questa maggioranza di astensionisti: i giovani sono tra quelli che meno vanno a votare, tra i pensionati si reca ai seggi più della metà degli aventi diritto, mentre tra lavoratori dipendenti e di base l’astensionismo sarebbe al 75%. Soltanto in Provenza-Alpi-Costa Azzurra (PACA) lo scarto tra primo e secondo turno è stato maggiore: si è passati da un’affluenza del 33,72% e una del 36,84%. Proprio la PACA ha decretato la sconfitta, anche simbolica, di Le Pen.

L’estrema destra non passa – Il Rassemblement National (RN) di Marine Le Pen ha perso in tutte le regioni confermando la regola non scritta per la quale, in Francia, i candidati di estrema destra cedono al ballottaggio. Dopo aver bacchettato il proprio elettorato per non essere andato a votare, Le Pen sperava di riuscire a ottenere almeno la PACA dove il suo candidato Thierry Mariani era riuscito ad arrivare primo con quasi 5 punti percentuali più del suo avversario Renaud Muselier, dei  Républicains. Presentatosi al ballottaggio da favorito, Mariani – che tra l’altro è un fuoriuscito dei Républicains – ha perso con un distacco di 15 punti. Muselier ha potuto contare sui voti delle forze più democratiche come Rassemblement Écologique et Social (16,89% al primo turno) e dell’accordo di programma con l’ecologista di centro Jean-Marc Governatori, che ha ottenuto il 5,28% dei voti al primo turno. Il RN rimane nuovamente a bocca asciutta nelle elezioni regionali.

(Ancora) brutte notizie per Macron – Ennesima battuta d’arresto per la République En Marche! (LREM) del presidente della Repubblica Macron che ha bisogno di mettersi alle spalle, il più presto possibile, questa sconfitta. Seppur non sorprendente – questo secondo turno conferma il trend in discesa iniziato già con le elezioni comunali del 2020 – il pugno di eletti regionali su tutto il territorio è una spia allarmante per le prossime presidenziali. La modesta consolazione in PACA, dove En Marche! si era alleata con i Repubblicani già al primo turno e farà quindi parte dell’esecutivo, non può bastare per far dormire sonni tranquilli. Per il resto, infatti, non c’è nulla o quasi: circa il 12% per l’ex ministro François de Rugy nei Paesi della Loira, meno dell’11% per il ministro Brigitte Klinkert nel Grand-Est , intorno al 13,7% per il suo collega di governo Geneviève Darrieussecq nella Nuova Aquitania e il 16,1% per Marc Fesneau nel Centre-Val-de-Loire, dove era stato presentato come favorito solo poche settimane fa.

L’outsider – Se la maggior parte dei risultati era per lo più prevedibile, il risultato della Hauts-de-France per certi versi sorprende. Xavier Bertrand, ex ministro durante il mandato di Nicolas Sarkozy ed ex membro dei Républicains, è stato rieletto governatore della sua regione. Bertrand aveva detto che, se le elezioni regionali avessero dato questo risultato, avrebbe confermato la candidatura per l’Eliseo dell’anno prossimo, già annunciata in precedenza. Personaggio spendibile negli ambienti della destra moderata, Bertrand potrebbe essere un candidato credibile anche per i Républicains, che potrebbero avere inaspettatamente trovato un leader, anche se ancora non gli hanno ufficialmente garantito l’appoggio del partito. Stando ai sondaggi raccoglierebbe circa il 16% delle intenzioni di voto. Potrebbe essere lui il terzo incomodo tra Macron e Le Pen?