Nel Regno Unito abortire non sarà più un reato. La Camera dei Comuni ha approvato la depenalizzazione della pratica con 379 voti a favore e 137 contrari. Secondo le leggi di Inghilterra e Galles, al momento l’interruzione volontaria di gravidanza è consentita entro la ventiquattresima settimana (sei mesi), il doppio rispetto a ciò che prevede la giurisprudenza italiana. Dalla venticinquesima costituisce reato. Per questo motivo, tante donne hanno subito guai giudiziari durati diversi anni, provocando le proteste dell’opinione pubblica a difesa dell’aborto. Con questa votazione non cambiano le tempistiche entro cui si può abortire, ma chi lo fa negli ultimi tre mesi della gestazione non rischia più di finire in carcere.

Leggi – Oggi l’aborto è regolato da una legge emanata quando le donne non avevano ancora diritto di voto: l’Offences Against the Person Act del 1861, che prevede una pena fino all’ergastolo per l’interruzione volontaria di gravidanza, e da una deroga della stessa legge chiamata Abortion Act del 1967, che permette di abortire nei primi sei mesi della gestazione. A differenza dell’Italia, in cui si può abortire sono nei primi tre mesi perché si prende in considerazione l’inizio dello sviluppo del cervello, la scelta dei sei mesi si basa sul concetto di viabilità, cioè l’interruzione di gravidanza ci può essere fino a quando il feto non sia in grado di sopravvivere fuori dalla pancia. Dagli anni ’60 non c’è stato alcun tipo di aggiornamento. E le stime affermano che negli ultimi dieci anni siano state arrestate più di 100 donne per aborto illegale, di cui sette dal dicembre del 2022.

Casi – Due storie in particolare hanno fatto breccia nell’opinione pubblica inglese: Carla Foster, mamma quarantacinquenne di tre figli che è stata condannata a due anni di carcere per aver interrotto la gravidanza durante la 32esima settimana. E poi la vicenda di Nicola Parker, assolta nel 2024 dopo quattro anni di processo. La donna londinese sostiene di aver scoperto di essere incinta quando il limite per abortire previsto dalla legge era già stato superato. «Non so come qualcuno possa giustificare una cosa del genere – ha dichiarato Parker – sprecare cinque anni della mia vita che non torneranno mai più indietro, prolungare il trauma in modo continuo. Non lo augurerei a nessuno. Sono stati i peggiori quattro anni e mezzo della mia vita».

Opinione pubblica – Il disegno di legge per diventare realtà deve essere approvato anche dall’altra camera del parlamento, ma c’è ottimismo sulla riuscita. Secondo i sondaggi di Yougov, l’88 per cento della popolazione inglese sostiene il diritto all’aborto, ma solo il 17 per cento ritiene che l’aborto debba continuare a essere disponibile senza restrizioni dopo le 24 settimane. Ciò nonostante non mancano le opposizioni dei gruppi pro-life come la Society for the Protection of Unborn Children, che ha fortemente condannato il voto favorevole della Camera dei Comuni. «Se questa clausola diventasse legge – ha dichiarato la responsabile della società – una donna che abortisce in qualsiasi momento della gravidanza, anche pochi istanti prima della nascita, non commetterebbe un reato. Ora anche la protezione molto limitata garantita dalla legge viene eliminata».