Un po’ come giocare alla pignatta. Occhi bendati, bastonate a vuoto, la speranza di colpire il sacco da cui cadranno le caramelle. Il sacco da colpire, in questo caso, è Joe Biden. Ma per ora i tentativi per farlo cadere sono stati tutti vani. Per questo, bastone in mano, i repubblicani alla camera del Congresso ci riprovano. E invitano il presidente a deporre lui stesso nell’inchiesta per l’impeachment che lo riguarderebbe.

L’ invito – «Inviterò il presidente Biden a fornire la sua testimonianza e spiegare perché la sua famiglia ha ricevuto decine di milioni di dollari». Questo è l’obiettivo di James Comer, presidente della commissione di sorveglianza. Un invito per un’audizione pubblica, non un mandato di comparizione. Quindi, non è detto che il presidente accetterà. Anche perché finora l’inchiesta, portata avanti dai repubblicani alla Camera, non sta dando i frutti che gli avversari dei democratici si aspettavano. L’indagine è volta a fare luce su presunti vantaggi illeciti che Biden e i membri della sua famiglia, in particolare il figlio Hunter, avrebbero ottenuto dalle scelte di politica economica a cui l’attuale presidente avrebbe preso parte, anche mentre era vicepresidente sotto Barack Obama. Tuttavia dall’indagine non è emersa ancora alcuna prova che Biden abbia agito in modo corrotto o abbia accettato tangenti.

La reazione – «Comer sa che più di 20 persone hanno testimoniato che il presidente non ha fatto nulla di male. Sa che le centinaia di migliaia di pagine di documenti che ha ricevuto hanno confutato le sue false accuse. Questa è una triste trovata alla fine di un impeachment morto. Basta così, amico». Su X il consigliere dell’ufficio legale della Casa Bianca Ian Sams ha commentato così la decisione dei repubblicani.

 

Alla luce delI’invito a deporre, i democratici hanno incalzato i repubblicani a votare per l’incriminazione. «Perché continuare a sprecare i soldi dei contribuenti con queste audizioni? Se ne siete così convinti, votiamo gli articoli di impeachment e procediamo con il processo del presidente», ha detto provocatoriamente il deputato democratico della Florida Jared Moskowitz . Ma a questa ipotesi Comer e Jim Jordan, leader della commissione giustizia che cogestisce il procedimento, si sono opposti. Sono consapevoli che se la richiesta di incriminazione finisse oggi davanti all’aula, verrebbe bocciata, perché non prenderebbe abbastanza voti neppure nel loro partito. L’inchiesta però, intanto, prosegue. Si continua a giocare alla pignatta, sperando nel colpo vincente.