Ronald DeSantis è stato rieletto governatore della Florida. Un successo netto per repubblicani, usciti invece delusi dal risultato compessivo delle elezioni di metà mandato: DeSantis ha staccato il democratico Charlie Crist di quasi 20 punti, vincendo anche a Miami e in altre città più favorevoli alla sinistra.
Il profilo – DeSantis è nato a Jacksonville il 14 settembre 1978 da una famiglia di origini italiane: tutti i suoi bisnonni provengono dal Bel Paese. Il percorso universitario si è diviso tra Yale, la terza più antica istituzione superiore degli Stati Uniti, e Harvard, in cui si è laureato in legge. Come sottolineato da Skytg24, è stato congedato dalla marina nel 2010 con il grado di capitano di corvetta e nel 2012 è entrato per la prima volta al Congresso. L’anno della svolta è stato il 2018, quando si è candidato come governatore della Florida, superando di stretta misura il democratico Andrew Gillum. Martedì 8 novembre, una volta scrutinato il voto di Midterm, DeSantis è risultato eletto per la seconda volta consecutiva.
Da Donald a Ronald – «Two more years! Two more years!» Secondo la Repubblica questi sono stati i cori intonati a DeSantis dai suoi sostenitori. Il riferimento è ovviamente alle prossime elezioni per la Casa Bianca, quando tutto lascia presagire uno scontro tra il governatore della Florida e Donald Trump. DeSantis è molto apprezzato dai conservatori, che vedono in lui un uomo con le stesse idee di Trump, ma meno divisivo. Come riportato dal Corriere della Sera, l’ex presidente ha cambiato atteggiamento nei confronti di DeSantis: prima non lo vedeva come un potenziale concorrente, adesso inizia a temerlo e ricattarlo. «Se si candida, rivelerò cose scottanti su di lui. So più di chiunque altro, a parte forse sua moglie», ha minacciato Trump.
La posizione politica – Contrario all’aborto e all’uso ricreazionale della marijuana, DeSantis si è battuto per riaprire le scuole durante il lockdown per il Covid ed eliminare le mascherine negli istituti. Ha approvato le norme “Stop Woke Act” e quella che i critici hanno ribattezzato “Don’t Say Gay”. La prima impediva i corsi sulla diversità e contro i pregiudizi nelle aziende, ma è stata dichiarata incostituzionale da un giudice federale; la seconda vieta di parlare di orientamento sessuale e identità di genere nelle scuole. Per quanto concerne le armi da fuoco, DeSantis si oppone a qualunque controllo e restrizione, mentre sul tema ambientale non ha preso una posizione netta.