Russian police officers detain protester during an unauthorized protest in support of Russian opposition leader Alexei Navalny, in St. Petersburg, Russia, 31 January 2021. EPA/ANATOLY MALTSEV

Alexey Navalny è «una canaglia politica, una persona che impiega tattiche sconsiderate per arrivare al potere». La risposta del Cremlino alla giornata di proteste in favore del principale avversario politico di Vladimir Putin di ieri, 31 gennaio, arriva con le parole di Dmitry Medvedev, ex premier e oggi vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, riportate dall’agenzia di stampa statale Tass. Il più stretto collaboratore di Putin ribadisce la linea governativa secondo cui Navalny sarebbe complice del tentativo delle potenze straniere, e in particolare degli Stati Uniti, di rovesciare l’attuale assetto di potere in Russia. Complici, secondo Medvedev, sarebbero anche i social network: «Quando un utente russo si iscrive a Twitter, il primo profilo consigliato è quello di Alexey Navalny. Questo corrisponde all’ingerenza negli affari interni di un altro Paese».

Protesta e repressione – Alla versione del Governo, però, non credono i tantissimi russi che ieri sono scesi in piazza a protestare al grido di «Putin vor» (Putin ladro). Migliaia di persone in diverse città, da Mosca a Vladivostok, da San Pietroburgo a Kaliningrad. Manifestazioni a cui è seguita una violenta repressione da parte delle forze di polizia: secondo l’organizzazione non governativa Ovd-Info sarebbero state arrestate almeno 5.141 persone, di cui almeno 82 giornalisti. Ci sono anche testimonianze di manifestanti feriti e utilizzo di taser da parte degli agenti. Tra i fermati anche Yulia Navalnaya, moglie dell’attivista, secondo molti pronta a prendere il posto del marito come leader dell’opposizione in caso quest’ultimo dovesse passare un periodo prolungato in carcere: l’udienza in cui si deciderà sulla libertà personale di Navalny si terrà domani, 2 febbraio, a Mosca. Se i giudici, come previsto e come richiesto dalla Procura generale, decideranno di annullare la sospensione condizionale della sua pena, per lui si prospetterebbero fino a tre anni e sei mesi di reclusione. Verrà sentita oggi, invece, la stessa Navalnaya, rilasciata nella serata di ieri ma costretta comunque a presentarsi in Tribunale: risponderà di “partecipazione a una protesta non autorizzata che ha implicato disturbi per passanti e trasporti”.

The wife of a Russian opposition leader Alexei Navalny, Yulia Navalnaya, arrives to attend a hearing at the Shcherbinsky district court in Moscow, Russia, 01 February 2021. EPA/MAXIM SHIPENKOV

La condanna – Forte è il biasimo nei confronti del regime russo da parte dei Paesi occidentali. Josep Borrell, alto rappresentante Ue per gli affari esteri, ha scritto: «Condanno gli arresti di massa e l’uso sproporzionato della forza contro manifestanti e giornalisti in Russia. Le persone devono poter esercitare il loro diritto di manifestare senza timore di repressione. La Russia deve rispettare i suoi impegni internazionali». Parole analoghe nel tweet di Antony Blinken, segretario di Stato americano: «Rinnoviamo il nostro appello alla Russia affinché rilasci i detenuti per aver esercitato i loro diritti umani, tra cui Alexei Navalny».

 

In mattinata, il Cremlino, tramite il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, ha respinto le accuse di uso eccessivo della forza: «La polizia ha agito in modo duro, ma nell’ambito della legge», ha dichiarato Peskov all’agenzia Interfax, aggiungendo «per quanto riguarda le dichiarazioni fatte dai rappresentanti degli USA sulle manifestazioni illegali nel nostro Paese, ripeto che non siamo disponibili ad accettare e ascoltare tali affermazioni degli americani e non lo faremo».

Il futuro – Alcuni, in Russia, pensano già a quello che seguirà all’attuale periodo di proteste, chiedendosi se davvero Navalny riuscirà a costituire una minaccia effettiva per il Governo di Putin. E le risposte non sono univoche. Come riporta il Corriere della Sera, secondo una ricerca indipendente del Centro Nevada, anche se il 20 per cento della popolazione russa appoggia le iniziative di Navalny, solo il 4 per cento dice di appoggiare la sua persona. Numeri che riflettono una situazione ancora molto incerta.