Vladimir Putin alla conferenza annuale tenuta alla Camera di commercio di Mosca

Vladimir Putin alla conferenza annuale tenuta alla Camera di commercio di Mosca

«Il muro di Berlino è crollato, ma si costruiscono nuovi muri nonostante i nostri tentativi di collaborare. L’espansione della Nato non è forse un muro, un muro virtuale?». Il giorno dopo lo storico disgelo tra Stati Uniti e Cuba del 17 dicembre, è Vladimir Putin a riaccendere la tensione con il mondo occidentale. Il presidente russo ha affrontato i temi più caldi nell’annuale conferenza stampa tenuta di fronte a 1200 giornalisti alla Camera di commercio di Mosca. A partire dai rapporti con l’Europa e con la Nato: «I nostri partner si credono un impero, ci vogliono vassalli. Servirebbe invece un solo spazio umanitario di libertà e di commercio», ha denunciato il leader del Cremlino. Toni forti quelli sulla politica estera, espressi tramite un richiamo all’immagine dell’orso russo: «Vogliono che stia seduto tranquillamente e mangi il miele, ma tentano di metterlo in catene, di togliergli i denti e gli artigli e impagliarlo». Il riferimento è al conflitto in Ucraina, utilizzato dagli Stati Uniti «per contenere la Russia».

Ma l’attualità più stringente è quella che riguarda la situazione economica e monetaria della Russia, con il crollo del valore del rublo e il timore di una forte recessione. Putin si è detto certo che l’economia russa si riprenderà dalla crisi, anche se «potrebbero essere necessari due anni». Ha poi assicurato che il governo e la banca centrale stanno adottando le misure adeguate per sostenere la moneta. La crisi è dovuta secondo Putin a cause esterne, prima fra tutte il calo dei prezzi del petrolio, sceso ormai sotto i 60 dollari al barile. È anche «il prezzo della Crimea?», gli è stato chiesto. «No», ha risposto seccamente Putin. «È il prezzo per il naturale desiderio di sopravvivere come nazione». Il presidente russo ha fatto poi riferimento alla bilancia commerciale in attivo, nonostante le turbolenze sui mercati internazionali, e alle riserve detenute dalla banca centrale. Ma le parole del leader del Cremlino non sembrano aver rassicurato i mercati finanziari: durante la parte finale della conferenza il dollaro ha guadagnato 6 rubli, mentre l’euro 9.

Putin è poi tornato sulla questione ucraina, affermando che intende rispettare gli accordi di Minsk siglati a settembre per la pace nell’est dell’Ucraina. Ed è convinto che anche il presidente ucraino Petro Poroshenko intenda farlo. «Ma – ha sottolineato – non è solo a prendere le decisioni». Conclusione sulla presenza di volontari russi in Ucraina, accusati di essere mercenari. E a un giornalista ucraino, che indossava una t-shirt provocatoria e gli ha chiesto quanti militari la Russia avesse inviato nel Donbass, Putin ha risposto così: «In Ucraina non ci sono soldati russi, solo volontari non pagati che si sono mossi per il richiamo del cuore».

Matteo Furcas