Nel giorno del settantunesimo compleanno il Washington post consegna il suo regalo a Donald Trump. Uno scoop: il procuratore speciale Robert Mueller III starebbe indagando anche sul presidente degli Stati Uniti. L’accusa è di ostruzione alla giustizia, il rischio è l’impeachment, cioè l’incriminazione della massima carica americana. L’avvocato di Trump nel Russiagate, Marc Kasowitz, ha subito reagito all’indiscrezione: «La fuga di notizie dell’Fbi riguardanti il presidente è scandalosa, ingiustificabile e illegale».

Relazioni pericolose – Robert Mueller, ex-direttore dell’Fbi, il 17 maggio scorso è stato nominato dal ministero della Giustizia procuratore speciale. Il compito? Indagare sulle interferenze russe nelle elezioni presidenziali americane del novembre 2016. Finora, nonostante le voci insistenti di un suo coinvolgimento, il presidente Usa era riuscito a tenersi fuori dal Russiagate che ha invece travolto alcuni suoi collaboratori. Fra questi, Michael Flynn, scelto da Trump come consigliere per la sicurezza nazionale e costretto dopo soli 24 giorni alle dimissioni proprio a causa dei legami pericolosi con il Cremlino. Sui suoi incontri segreti con l’ambasciatore russo Sergey Kislyak stava indagando il direttore dell’Fbi James Comey, prima che Trump lo licenziasse. Ufficialmente per il modo in cui aveva gestito l’inchiesta sull’utilizzo della mail privata per comunicazioni istituzionali da parte di Hillary Clinton. Ufficiosamente, secondo quanto fa emergere il Washington Post, per via della scomoda inchiesta di Comey sulla russia-connection.

Speranze presidenziali – Proprio Comey, l’8 giugno, ha testimoniato sotto giuramento dinanzi al Senato. In quella circostanza ha riferito che il presidente in un colloquio privato gli avrebbe detto: «Spero che si possa trovare il modo di lasciar perdere tutto questo, di lasciar stare Flynn. È un bravo ragazzo. Spero che tu possa lasciar perdere tutto questo». Un’indicazione espressa sotto forma di auspicio, certo. Ma è chiaro che alle speranze degli inquilini della Casa Bianca è difficile sottrarsi. Proprio la decisione di Comey di proseguire nell’inchiesta – che stava interessando anche i rapporti con la Russia di un altro membro dell’amministrazione Trump, il ministro della Giustizia Jeff Sessions – avrebbe portato al suo improvviso licenziamento. Del resto, lo stesso Trump, in un’intervista alla Nbc, aveva citato “this Russia thing” a motivo della sua decisione.

Corsi e ricorsi – L’interessamento di Trump nel Russiagate, sempre secondo le indiscrezioni del Washington post, potrebbe integrare gli estremi del reato di ostruzione alla giustizia. La legge americana punisce chiunque, presidente incluso, cerchi di influenzare “per corromperla” un’inchiesta. E le indagini del procuratore Mueller sarebbero dirette ad accertare se le decisioni di Trump si siano mosse proprio in questa direzione: quella di bloccare l’investigazione di Comey sui rapporti fra Russia e amministrazione Trump. Se l’accusa dovesse essere provata, Trump rischierebbe l’impeachment, la procedura che coinvolge Congresso e Senato nella decisione se il presidente sia o meno colpevole di «tradimento, corruzione o altri crimini e delitti». Tra gli «altri crimini e delitti» è compresa anche l’ostruzione alla giustizia. Lo stesso reato per cui nel 1974 Richard Nixon rischiò l’impeachment. Preferì le dimissioni.