Donna, under 35, cresciuta da una coppia omosessuale. La nuova premier finlandese Sanna Marin non ha ancora cominciato a lavorare e infrange già i record superando colleghi uomini e donne, primi tra tutti il premier 35enne ucraino Oleksiy Honcharuk e la 39enne neozelandese Jacinda Ardern. Ministro dei Trasporti per il partito Socialdemocratico SDP nel governo di Antti Rinne, prenderà il posto dell’ex primo ministro del Partito di Centro nel corso di questa settimana. Il suo governo, una coalizione di cinque partiti, non sarà da meno dato che tutte le leader sono donne, di cui quattro sotto i 35 anni: la 32enne Li Anderson dell’Alleanza di sinistra, la 34enne Maria Ohisalo a capo della Lega verde, la 32enne Katri Kulmini del Partito centrale e la 55enne Anna-Maja Henriksson del partito popolare svedese. La Finlandia non si distingue per la prima volta in tal senso: nel 1906 le donne del Granducato di Finlandia sono state le prime europee a vedersi concedere il diritto al suffragio femminile, e oggi (oltre che in politica) molte donne svolgono posizioni di rilievo all’interno della società finlandese, nel mondo accademico e nel settore delle imprese.

Un talento politico – «Non ho mai pensato alla mia età o al mio sesso. Quello a cui penso sono i motivi per cui sono entrata il politica e le priorità che ci hanno fatti eleggere». Nata a Helsinki nel 1985, Sanna Marin ha avuto una carriera tanto rapida quanto brillante. Eletta nel 2012 nel consiglio comunale di Tampere, la sua città adottiva, ne è stata a capo dal 2013 al 2017 (anno in cui si è laureata in Scienze Amministrative). In Parlamento dal 2015 con il partito Socialdemocratico, è diventata ministro dei Trasporti e delle Comunicazioni a giugno di quest’anno. Nel 2018 ha avuto una bambina, Emma Amalia, di cui si prende cura il padre, e marito di Marin, Markus Räikkönen. Le notizie sulla sua “famiglia arcobaleno”, come l’hanno definita i media finlandesi, sono poche: cresciuta dalla madre biologica, cui si è poi unita una compagna, Marin ha detto alcuni anni fa in un’intervista al sito Manaiset di aver avuto un’infanzia difficile perché non era libera di parlarne, ma che nella sua casa ha sempre avuto supporto e affetto. La sua decisione di andare all’università ne è un esempio: è stata la prima della sua famiglia a laurearsi.

Progetti e complessità – «Non ci saranno grandi cambi di direzione», ha detto la neopremier in relazione al programma stilato dai Socialdemocratici dopo le elezioni di aprile, ricordando però che il compito del nuovo governo sarà «ricostruire la fiducia degli elettori». Marin va infatti a sostituire il collega socialdemocratico Antti Rinne, dimessosi lo scorso martedì 3 dicembre dopo essere entrato in carica nel giugno 2019. Rinne si era visto ritirare la fiducia dagli alleati di governo perché, a detta loro, aveva gestito male uno sciopero dei dipendenti delle poste (poi esteso ai dipendenti della compagnia aerea di bandiera Finnair): il servizio postale aveva presentato un piano per tagliare lo stipendio a 700 dipendenti, e sembra che il governo non ne sapesse nulla. Il ministro delle Poste Paatero si è dimessa subito, Rinne pochi giorni dopo. Se la situazione all’interno del Paese è complicata, non bisogna neanche dimenticare le più ampie responsabilità  in Europa: fino alla fine dell’anno la Finlandia presiede il Consiglio dell’Unione Europea.