Vladimir Putin non ha dubbi: l’indagine statunitense che sta facendo tremare la Federazione internazionale del calcio non sarebbe altro che “un chiaro tentativo di evitare la rielezione di Sepp Blatter”, presidente della Fifa dal 1998 e candidato favorito per la prossima tornata. Evidentemente, per il presidente russo, due indizi fanno una prova. Il primo: le pressioni che Blatter avrebbe subito in passato per evitare che i Mondiali del 2018 si svolgessero in Russia. Il secondo: la tempistica sospetta. I primi arresti della super-inchiesta americana sono scattati il 27 maggio, 48 ore prima delle elezioni per la nomina del nuovo presidente.
Blatter, fino a ieri, era il candidato favorito al congresso del 29 maggio. Oggi, la situazione è diversa. Mentre il portavoce Fifa continua a ripetere che il presidente in carica è estraneo agli scandali, la Uefa vuole rimandare il congresso di sei mesi. Michel Platini, presidente dell’organo europeo, attacca Blatter apertamente e la stampa svizzera fa una campagna al vetriolo contro di lui. Putin, invece, difende il presidente della Fifa: “Ritengo che la posizione di Blatter sia assolutamente giusta: condivido la sua idea che sport e politica debbano essere separati”. Il significato? Non tanto criptico: secondo Putin “gli americani usano questi metodi per raggiungere i propri obiettivi e lo fanno in modo illecito, perseguono la gente: lo hanno già fatto nel caso di Snowden e Assange, non escludo che lo stiano facendo anche nel caso Fifa”. Il presidente vede nell’inchiesta l’ennesimo tentativo di estendere la giurisdizione Usa ad altri Paesi, anche perché i dirigenti Fifa arrestati il 27 scorso non sono cittadini americani. A legittimare gli arresti è una legge statunitense secondo la quale chiunque si serva di conti correnti di banche americane o online è passabile di indagine indipendentemente dalla sua nazionalità.
Fbi e Dipartimento di Giustizia americano sono decisi ad andare in fondo alla vicenda. L’arresto dei sette funzionari di alto rango avvenuto ieri a Zurigo sarebbe solo l’inizio: secondo quanto anticipato, il ramificato sistema di corruzione interno alla Fifa sarebbe in piedi da almeno 25 anni e coinvolgerebbe “due generazioni di dirigenti”.
Chiara Severgnini