Tra indiscrezioni giornalistiche ed elezioni locali perse, la luna di miele tra Elon Musk e Donald Trump sembra declinare verso un addio. A far emergere criticità sostanziali tra i due l’inchiesta giornalistica pubblicata dalla testata americana Politico, definita «spazzatura» dalla portavoce della Casa Bianca ma non smentita con decisione. Le indiscrezioni pubblicate il primo aprile hanno avuto un diabolico tempismo: sono andate in rete lo stesso giorno in cui i repubblicani hanno perso la corsa per il seggio di giudice della Corte suprema dello stato del Wisconsin. Il posto nel massimo organo giudiziario locale è stato vinto dalla giudice dem Susan Crawford, sconfiggendo il rivale filo-repubblicano Brad Schimel. Per Musk una battuta d’arresto, visti i 20 milioni di dollari spesi per sostenere Schimel.
Nel frattempo, in Florida, i repubblicani hanno vinto le elezioni per i due seggi vacanti al Senato. Il successo però è stato ottenuto con una forte riduzione nei consensi, con un quarto dei voti in meno rispetto a quelli delle presidenziali del 5 novembre.
Le elezioni – Elon Musk si era presentato con un vistoso cappello a forma di groviera sul palco del comizio elettorale a sostegno del giudice Schimel. Sotto i riflettori, aveva staccato due assegni da un milione di dollari, consegnati poi nelle mani di due fortunati elettori che avevano firmato la petizione a sostengo di Schimel. Nonostante gli sforzi, le buone intenzioni e i dollari spesi, la rivale Susan Crawford ha vinto di 10 punti percentuali. Il successo liberal è arrivato anche grazie a importanti finanziamenti. Si stima che siano stati spesi per lei circa 40 milioni di dollari dal partito democratico e dal miliardario George Soros. La vincitrice ha affermato: «Non pensavo di dover affrontare l’uomo più ricco del mondo… Ma abbiamo vinto». L’elezione ha segnalato il record di spesa, con 90 milioni investiti tra le due parti. L’anno scorso sempre in Wisconsin per la votazione della giudice Janet Protasiewicz, si era speso poco più della metà.
I repubblicani hanno invece vinto in Florida, questa volta senza il sostegno del miliardario sudafricano. I seggi lasciati vacanti da Matt Gaetz che era stato un possibile candidato per la Procura Generale e Michael Waltz, Consigliere per la sicurezza nazionale sono stati assegnati a Jimmy Patronis e Randy Fine. I due candidati GOP hanno registrato una pesante flessione dei consensi, in media del 18%, nonostante la Florida sia uno degli stati più conservatori d’America.

Donald Trump e Elon Musk (fonte Ansa)
L’inchiesta – Per quanto riguarda i rapporti Trump-Musk, la giornalista di Politico Rachael Bade è riuscita a raccogliere una serie di testimonianze che mettono in discussione il rapporto di fiducia tra i due. Tra le cose più interessanti una dichiarazione attribuita al presidente sul possibile addio di Musk: «A un certo punto Elon vorrà tornare nella sua azienda. Lo vuole. Lo terrei finché potrò tenerlo». Le affermazioni sono state definite «spazzatura» dalla portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt. Al di là delle presunte affermazioni del tycoon, l’inchiesta fa emergere un clima di perplessità sul ruolo di Elon Musk. Secondo un alleato di lunga data di Trump, di cui Bade non ha rivelato l’identità: «Elon sta prendendo un sacco di proiettili per Trump, un sacco… Ma se inizia a contagiarlo, è allora che finisce la luna di miele. Questo sta iniziando ad accadere». Altri contestano la imprevedibilità del miliardario e lo vedono sempre più come un peso politico. Il possibile addio potrebbe avere una legittimazione formale: Musk è stato assunto come dipendente governativo speciale e per questo motivo può lavorare solo 130 giorni in un periodo di 365 giorni. Una possibile data di uscita dunque potrebbe essere il 30 maggio, 130esimo giorno del Trump II. In ogni caso questa rimane solo un’ipotesi perché Musk non è obbligato a lasciare la guida del Doge (Dipartimento per efficientare la spesa pubblica), unicamente per questo motivo. Quello che è certo, è che il dipartimento ha una data di scadenza. La sezione è nata con l’obiettivo di finire i suoi lavori il 4 luglio 2026. Intanto i mercati hanno già dato un segnale, ieri Tesla ha guadagnato il 3%. Alcuni hanno letto questo rialzo come una speranza che Musk torni presto a dirigere l’azienda, dimenticando la politica.