Una giornalista è rimasta uccisa giovedì 18 aprile durante duri scontri tra manifestanti repubblicani e polizia a Derry, la città che fu teatro il 30 gennaio del 1972 della Domenica di sangue, la Bloody Sunday celebrata dall’omonima canzone degli U2, in cui l’esercito britannico aprì il fuoco contro i manifestanti uccidendo tredici persone in gran parte molto giovani (sei erano minorenni).
Le manifestazioni che hanno portato alla morte di Lyra McKee, questo il nome della reporter di 29 anni, sono quelle che ogni anno celebrano la rivolta di Pasqua del 1916, un momento cardine dell’indipendentismo irlandese e che spesso danno origine a scontri tra cattolici e protestanti o tra manifestanti e forze dell’ordine.

Irlanda_Nord_giornalista_uccisa_LicheneGli scontri – Ieri notte un gran numero di agenti della Ruc, la polizia nordirlandese, ha fatto irruzione in una casa sospettando attività terroristiche e la presenza di un arsenale di armi ed esplosivi. Il blitz ha dato origine alla manifestazione di piazza che ha assunto presto toni violenti con lancio di bombe molotov e la distruzione di alcuni veicoli militari e civili. Secondo una giornalista che si trovava sul posto, Lyra Mckee era accanto a una Land Rover della polizia quando è caduta a terra dopo essere stata raggiunta da alcuni colpi di pistola. Un altro testimone oculare afferma che a sparare è stato un manifestante dal volto coperto che mirava al mezzo dietro cui si trovava Lyra. Mark Hamilton, vicecapo della polizia di Londonderry ha definito l’omicidio “una brutalità ingiustificata […] per cui è stata aperta un’indagine per omicidio”.

La giornalista Lyra McKee

La vittima– Mckee era stata nominata da Forbes Magazine nell’elenco 2016 delle trenta migliori giornaliste under 30 grazie al suo lavoro di investigazione. Un suo articolo scritto per Buzzfeed News, intitolato “Lettera a me stessa quattordicenne”  e in cui ha raccontato dell’aiuto e dell’appoggio ricevuto dalla famiglia dopo aver fatto coming out, è diventato un corto cinematografico. È cresciuta a Belfast in una piccola casa lungo Cliftonville Road, uno dei quartieri più violenti durante il trentennio di scontri tra cattolici e protestanti. Proprio sull’eredità di quelle violenze e sul futuro dell’Irlanda del Nord si concentrava il suo lavoro che l’ha portata a pubblicare anche un libro sul famoso omicidio del reverendo Robert Bradford, un membro del parlamento originario di Belfast. Sulla sua morte è intervenuto in un tweet anche il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, che scrive: “Chiedo alle autorità di fare piena luce sulla morte della giornalista Lyra McKee. Non possiamo accettare che chi ha il compito di informare e cercare la verità paghi con la propria vita”.