Al largo della costa della Crimea, quel territorio conteso tra Russia e Ucraina, due petroliere si sono scontrate e sono affondate. Entrambe battevano bandiera russa e trasportavano il «mazut», un residuo ottenuto dalla combustione del petrolio di bassa qualità. Il Cremlino conferma la morte di un membro dell’equipaggio e la fuoriuscita di petrolio nel mare.

(foto d’archivio)
L’incidente – Le due navi, Volgoneft-212 e Volgoneft-239, si sono scontrate a circa 8 chilometri dalla costa della Crimea, precisamente nello stretto di Kerch, che separa Mar Nero e Mar d’Azov. Le cause dell’incidente sono ancora da chiarire ma le avverse condizioni meteo potrebbero aver contribuito a danneggiare e ridurre la manovrabilità delle due imbarcazioni. Dalle prime ricostruzioni una si sarebbe spezzata a meta, mentre l’altra avrebbe subito danni minori sul fondale, tali però da far partire l’inabissamento. La tempesta ha reso difficili anche le operazioni di salvataggio per i soccorritori che si sono attivati con due elicotteri e un rimorchiatore. Le due petroliere avevano a bordo un totale di 29 membri: al momento sono note le condizioni di alcuni di loro. Un uomo è rimasto ucciso nello scontro, mentre 13 sono stati tratti in salvo, riportano fonti ufficiali del Cremlino. Dalle prime stime del ministero della Sanità russo sono 11 al momento i feriti, di cui due in gravi condizioni. Si teme ora il disastro ambientale: le prime indiscrezioni riportavano un carico di 4.300 tonnellate di petrolio quasi totalmente riversato nel mare. L’agenzia federale marittima ha confermato la fuoriuscita del greggio, senza però rilasciare stime numeriche.
Le dichiarazioni del Cremlino – Le notizie dal Cremlino sono ancora poche. Il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato di istituire un gruppo di lavoro per gestire le due emergenze, quella ambientale e il salvataggio degli equipaggi. Sempre Putin ha commentato l’accaduto precisando come l’evento sia stato un puro «incidente» e che non ci siano collegamenti con le vicende in Ucraina. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha affermato che un team di più di 50 specialisti è stato inviato sul luogo per valutare il danno ambientale.
Il precedente – Non è la prima volta che una petroliera russa ha un incidente nello stretto di Kerch. Nel 2007 la stessa sorte era capitata alla Volgoneft-139, anch’essa spezzata a metà e affondata in seguito a una tempesta. In quell’occasione circa 1000 tonnellate di petrolio erano state riversate in mare.