Avevano fatto rete in 400mila. Per scambiarsi messaggi, consigli e materiale pedopornografico. Le vittime erano bambini provenienti da tutto il mondo, prevalentemente maschi, anche molto piccoli, talvolta poco più che neonati, sui quali sono stati praticati «abusi sessuali anche gravissimi». Lo hanno reso noto le autorità tedesche, annunciando questa mattina – lunedì 3 maggio – la chiusura di “Boystown”, una piattaforma internazionale di pedofili tra le più grandi al mondo. la comunità era attiva dal 2019 sul Darknet, una rete virtuale e privata in cui gli utenti si connettono solo con persone di cui si fidano.

Il lavoro degli inquirenti – Proprio per la riservatezza e l’anonimato che garantisce il darkweb, ci sono voluti mesi di indagini e infiltrazioni prima di arrivare alla chiusura di Boystown lo scorso aprile. Un lavoro di squadra, gli investigatori tedeschi hanno collaborato con i loro omologhi di Olanda, Svezia, Australia, Usa e Canada per raccogliere informazioni su utenti e amministratori in modo da poterli identificare e arrestare.

Gli arresti – Le indagini hanno pagato. Tra i fermati, tre persone sono state arrestate con l’accusa di essere amministratori della piattaforma e di aver fornito agli utenti informazioni su come accedere ai contenuti senza lasciare tracce. Si tratterebbe di un 40enne di Paderborn, un 49enne di Monaco e un 58enne originario del nord della Germania ma residente in Paraguay. L’uomo, ora in carcere nel distretto di Concepcion, è in attesa dell’estradizione come richiesto dalle autorità di Francoforte sulla base di un mandato di cattura internazionale.

Il quarto arrestato è un uomo di 64 anni, sospettato di essere uno degli utilizzatori più attivi della rete virtuale. A lui, le autorità avrebbero attribuito più di 3500 post in meno di due anni di attività.