Ribelli siriani anti regime (foto da Flickr/Freedomhouse)

Ad esattamente un anno e mezzo dal suo scoppio, la guerra civile siriana ha già fatto 40mila vittime. Lo riferisce l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), attivo dal 2004 sotto la direzione di Osama Sulayman, avvocato sunnita da anni esiliato in Gran Bretagna. Figura più volte discussa, Suleyman cita fonti dei ribelli e mediche. L’ONU ha rilanciato la cifra fornita dall’Osservatorio, a cui si devono aggiungere migliaia di dispersi. Un bilancio destinato a crescere.

I ribelli siriani anti-regime continuano intanto l’avanzata e sostengono di aver liberato quasi del tutto la regione nord-occidentale di Idlib, dopo aver conquistato la base del Reggimento-46 dell’esercito fedele al presidente Bashar al Assad. Per mesi, proprio dalla base che si trova a metà strada tra Idlib, Aleppo e la frontiera turca, le forze del regime hanno condotto attacchi contro le località della regione. I ribelli si sono anche impadroniti di una decina di carri armati T-62 di fabbricazione sovietica, numerosi mortai, batterie di lancia razzi e cannoni di artiglieria pesanti.

I combattimenti proseguono anche ad Est, dove i ribelli si sono impadroniti della città di Mayadin, nella provincia orientale di Deir Ezzor, assicurandosi così il controllo di una zona importante lungo la frontiera con l’Iraq. Secondo il direttore dell’Osservatorio nazionale per i diritti umani, l’area appena conquistata è la più significativa regione della Siria sottratta completamente al controllo dell’esercito.

Carlo Marsilli
Antonio Soggia