Condanna della Cina sui raid israeliani. Pechino critica i bombardamenti sulla Siria che in questi giorni hanno riacceso le tensioni tra Damasco e Tel Aviv. E lo fa proprio mentre in cui il premier israeliano Benijamin Netanyahu si trova in visita ufficiale a Shanghai. Nelle stesse ore in Cina c’è anche il presidente palestinese, Mahmoud Abbas, che ha incontrato il Presidente cinese, Xi Jinping.
“La sovranità di una nazione merita rispetto”, è il richiamo del portavoce del ministero degli Esteri cinese, che a nome del suo Paese chiede alle parti in causa “di evitare azioni che possano far aumentare le tensioni”.
Critiche anche dall’Iran, il cui ambasciatore all’ONU ha chiesto l’apertura di un’indagine delle Nazioni Unite sui bombardamenti, mentre il premier turco Recep Tayyip Erdogan ha definito “inaccettabili” le incursioni dell’aviazione ebraica.
Lo scontro tra lo Stato ebraico e la Siria si è riacceso venerdì 3 maggio, quando i caccia israeliani hanno bombardato un carico di armi nei pressi di Damasco. Secondo l’intelligence di Tel Aviv, quelle armi erano destinate ad Hezbollah, componente politica sciita che combatte contro Israele dal confine del Libano. Domenica 5 è stata invece colpita la sede della Guardia Repubblicana, il corpo d’élite agli ordini del Presidente Bashar al Assad, un attacco diretto al cuore del potere siriano.
Questa mattina è stata la volta del territorio israeliano: alcuni colpi di mortaio provenienti dalla Siria sono caduti sulle alture del Golan, i territori che segnano il confine tra Israele e Damasco. Nessun ferito e nessun danno rilevato, ma il chiaro segno che la tensione non accenna a diminuire.
Gli attacchi israeliani sono arrivati a un mese e mezzo dalla prima storica visita del Presidente americano Barack Obama in Israele. Durante quei giorni, gli Stati Uniti aveva ribadito il diritto di Israele all’autodifesa. Una posizione che Obama ha ripetuto anche ieri dal Costa Rica, dove si trova in visita: “Tel Aviv ha diritto a bloccare l’invio di armi in favore dei suoi nemici”, ha detto il Presidente americano.