Prigionieri dell'Isis tenuti in gabbia

Prigionieri tenuti in gabbia dall’Isis

È salito a 220 il numero dei cristiani rapiti in Siria dai militanti dell’Isis. La notizia, confermata dall’Ondus (Osservatorio Nazionale per i Diritti Umani), arriva giovedì dopo tre giorni di sequestri nei villaggi nei dintorni della città di Tal Tamer, nella provincia di Hassakeh, dai quali sono state portate via decine di persone. Gli ostaggi sono ora sul Monte Abd al Aziz e fonti assire hanno riferito all’Ondus che sono in corso le trattative per il rilascio. Il 25 febbraio la Cnn, riportando i dati dell’Assyrian Human Rights Network, aveva parlato di 150 cristiani assiri tenuti in ostaggio dopo l’attacco dello Stato Islamico alla provincia siriana di al Hasakah.

Secondo l’agenzia governativa siriana «Sana», alcuni dei prigionieri sarebbero stati trasferiti anche nella città di Al Shaddadi. Jacques Behnan Hindo, arcivescovo siro-cattolico, ha riferito della morte di quattro cristiani arruolati nelle milizie assire che hanno affiancato i battaglioni curdi. «I jihadisti – riferisce l’arcivescovo – hanno preso pieno controllo dei villaggi sulla sponda occidentale del Khabur, mentre il 24 febbraio tutti gli abitanti dei 22 villaggi disseminati lungo la sponda orientale sono stati evacuati e più di mille famiglie cristiane assire e caldee sono fuggite verso i centri maggiori di Hassakè, Qamishli, Dirbesiye e Ras al-Ayn». L’ipotesi è che l’Isis voglia ottenere, con uno scambio, la liberazione dei propri miliziani catturati dai curdi. Anche Antoine Audo, vescovo di tutti i caldei della Siria e presidente di Caritas Siria, parlando a Radio Vaticana si è detto della stessa opinione.

Le reazioni a questi ennesimi episodi di violenza sono state forti, in alcuni casi accusatorie. Audo ha parlato di «un complotto internazionale contro la Siria», puntando il dito sulla Turchia, colpevole di sostenere i jihadisti in funzione anti-curda. Hindo ha definito «sciagurate» le politiche, soprattutto statunitensi e francesi, che hanno avvantaggiato l’avanzata dello Stato Islamico con «errori strategici grotteschi». Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu «condanna con forza» il sequestro dei cristiani assiri, affermando che «questi crimini dimostrano ancora una volta la brutalità dello Stato Islamico, responsabile di migliaia di abusi contro persone di tutte le fedi religiose, etnie e nazionalità, senza riguardo per ogni valore di base dell’umanità».

Federica Scutari