«Qualcosa che nessuno al mondo può ignorare». Con queste parole il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha denunciato ai leader internazionali le immagini che circolano sui social network e che mostrano la decapitazione di soldati ucraini da parte di miliziani russi. Due video, sulla cui autenticità però restano ancora molti elementi poco chiari sui quali sia il Cremlino che l’Unione europea chiedono di far luce.

I video dell’orrore- Il video più crudo che circola su Twitter pare far riferimento a fatti accaduti la scorsa estate considerando che la vegetazione è ancora verde. Le immagini, probabilmente riprese da un cellulare, mostrano un soldato in uniforme tagliare la testa ad un altro soldato disteso a terra, che indossa la fascia gialla tipica della divisa dei soldati ucraini. «Lavori per altri, ora mandiamo la tua testa a Kiev», dice in russo il carnefice alla sua vittima. Un secondo soldato russo lì presente dice al primo: «Non hai mai tagliato una testa? Stacca la spina dorsale, tagliala tutta». Un secondo video, apparso per la prima volta su canali Telegram filorussi, stando a quanto riporta la Cnn, mostra i cadaveri decapitati di due militari ucraini distesi accanto a un veicolo distrutto e una voce fuori campo che dice: «Li hanno uccisi. Qualcuno è venuto e gli ha tagliato la testa». Per una doverosa scelta editoriale, La Sestina non mostrerà i video in questione.

«Verificare l’autenticità»- La Russia ha reagito in modo inedito rispetto alle posizioni assunte su tutte le altre atrocità di guerra già attribuite asi suoi uomini. Il fondatore del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha dichiarato: «E’ brutto quando vengono tagliate le teste delle persone». Restano, però, dubbi riguardo l’autenticità del video. «Non ho trovato nulla a sostegno del fatto che ciò stia accadendo vicino a Bakhmut e che i combattenti di Wagner stiano partecipando all’esecuzione», ha chiarito Prigozhin su Telegram. Gli fa eco il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov: «Sono immagini orribili. Se fossero vere, potrebbe esserci un’indagine. In un mondo di fake news come quello in cui viviamo, dobbiamo indagare sull’autenticità di questi video». Dubbi condivisi dalla portavoce della Commissione europea, Nabila Massrali: «Al momento non abbiamo informazioni aggiuntive sulla veracità del video che mostrerebbe la decapitazione di un soldato ucraino da parte di soldati russi». Poi spiega: «Dovesse essere confermato, sarebbe un’altra prova della natura disumana dell’aggressione russa in Ucraina: sarebbe una grave violazione della convenzione di Ginevra, secondo la quale si deve garantire il trattamento in condizioni dignitose dei prigionieri di guerra».

Deepfake?- «In un mondo di fake news», alimentato dai nuovi sistemi di intelligenza artificiale, quindi, come fare per capire se ci troviamo di fronte ad un video falso o manipolato? A rispondere alla domanda, intervistato da La Sestina, Federico Cella, responsabile editoriale del Corriere LogIn., l’inserto hi-tech del Corriere della Sera. «Il video verosimilmente non è un deepfake, cioè non è stato creato interamente da un’intelligenza artificiale, ma alcuni elementi potrebbero essere stati aggiunti successivamente». Diversi gli indicatori che potrebbero far pensare ad un video manipolato, come spiega Cella: «il primo è che il video non ha una datazione certa. I media filorussi, inoltre, dicono che da questo video sono stati tolti tutti gli elementi che potrebbero identificare i soldati, come il passaporto ucraino ripreso nel video che rimane chiuso per l’intera durata della clip. In nessun video si vedono dei volti in chiaro. Elementi tanto chiari in un video per niente chiaro che potrebbero essere stati aggiunti proprio per identificare le vittime come soldati ucraini e i killer come soldati russi». Non è tutto. «Il video è stato girato in una stagione che certamente non è quella invernale, quindi se il video è reale risale all’estate scorsa. Perché aspettare un anno per pubblicare un video del genere?», aggiunge il responsabile di Corriere LogIn.

Come riconoscere una bufala– Negli ultimi tempi è aumentato il numero di foto e video creati da intelligenze artificiali che risultano sempre più verosimili e credibili, grazie all’uso di algoritmi sofisticati. Nonostante le tecniche sempre più avanzate, restano degli indizi che ci permettono di smascherare un contenuto falso. «Ce ne rendiamo conto da tagli strani all’interno del video; luci diverse che illuminano due soggetti vicini, perché probabilmente tagliati da video diversi; il labiale che non coincide con l’audio», spiega Cella. Poi  chiarisce: « Resta sempre utile andare a cercare in rete se il video ha un’origine da qualche altra parte o è un video a sé stante. Rimango dell’idea che le testate giornalistiche restano le fonti più attendibili che aprono gli occhi su un eventuale falsità del video».