Attentatore Londra

Il fermo immagine tratto da un video di ITV News mostra un uomo con le mani insanguinate che impugna una mannaia e un coltello che si sospetta essere uno degli autori dell'attacco nel sud di Londra in cui un soldato è stato ucciso (fonte: ITV News)

La paura del terrorismo invade nuovamente Londra: dopo l’uccisione del soldato a colpi di machete a Woolwich, sobborgo sud-orientale della capitale britannica, a pochi passi di una caserma della Royal Artillery, il premier inglese Cameron ha convocato il Cobra, il comitato di crisi del Governo. Obiettivo dell’incontro: fare il punto sulle indagini dell’episodio definito, fin da subito, come un atto di terrorismo. I due attentatori, entrambi fermati e feriti dalla polizia, sarebbero britannici, ma almeno uno sarebbe di origine nigeriana: secondo Sky News quest’ultimo sarebbe cresciuto proprio nel quartiere del massacro e si sarebbe convertito all’Islam solo da pochi anni.

Sky News rivela anche che ci sarebbe una pista nigeriana sullo sfondo dell’omicidio del soldato inglese. Su Twitter, inoltre, un presunto conoscente aveva individuato uno dei due killer come Michael Adeboloja, un giovane che avrebbe cambiato il suo nome in Mujahid dopo essersi convertito all’Islam. Il 28enne sarebbe un ex studente dell’Università di Greenwich a Londra, non lontano dal luogo del massacro. E proprio nella zona di Greenwich, a quanto risulta, la polizia ha perquisito un’abitazione intorno alle 5 della mattina, forzando la porta. Secondo le prime informazioni, durante la perquisizione nell’appartamento al primo piano due sorelle intorno ai 30 anni, una donna più grande e un ragazzo adolescente sarebbero stati portati via a bordo di un camioncino della polizia.

«Volevano essere presi», hanno raccontato alcuni testimoni intervistati dalla Bbc e dal Daily Telegraph. I due attentatori hanno cercato di filmare l’omicidio. Prima di essere feriti dalla polizia, si sono fermati con la mannaia ancora tra le mani insanguinate e, al grido di «Allah è grande», hanno invitato anche altre persone a riprendere con i cellulari la scena.

Il soldato ucciso indossava una maglietta di “Help for Heroes”, l’associazione che aiuta i militari feriti in battaglia. I due aggressori l’avrebbero fermato e trascinato per alcuni metri prima di decapitarlo. Comandanti militari hanno chiesto ai soldati di evitare di indossare la divisa, fino a nuova comunicazione, soprattutto, come riferisce la Bbc, in caso di spostamenti da soli su mezzi pubblici.

Angela Tisbe Ciociola