Sorpresi in casa dallo stesso terrorismo che combattono ogni giorno. Un kamikaze si è travestito da poliziotto e si è infiltrato in un’esercitazione all’accademia militare a Mogadiscio. Poi si è fatto esplodere uccidendo 17 soldati e ferendone almeno 20. L’attentatore aveva addosso grandi quantità di esplosivo, legate ai polsi e al petto, ma i poliziotti in servizio si sono accorti di lui quando ormai era troppo tardi. Dopo neanche mezz’ora l’attacco viene rivendicato dal gruppo terroristico locale al-Shabaab, alleato di al-Qaeda, che da qualche anno minaccia la sicurezza della Somalia.

«Tra la vita e la morte» – Il colonnello Mohamud Aden, che stava conducendo l’esercitazione, ha detto che molti dei militari coinvolti nell’attentato sono feriti gravemente e lottano fra la vita e la morte. Un altro testimone, il poliziotto Farah Omar, prestava servizio a pochi metri dall’esplosione ma è rimasto illeso. Omar ha raccontato all’agenzia di stampa Associated Press che nel corso di quel turno di addestramento si erano radunate al campo decine di soldati, perché stavano preparando una marcia. «Forse proprio la confusione generale ha permesso al terrorista di infiltrarsi», ha detto l’ufficiale, «la quantità di esplosivo che aveva con sé era tale che le vittime rischiavano di essere molte di più»..

 

I precedenti – Nell’ottobre scorso, sempre a Mogadiscio, un furgone pieno di tritolo ha ucciso 512 persone. Vittime che avevano seguito il destino di molte altre. Gli attacchi hanno spesso preso di mira mercati, hotel e checkpoint. Questo era il primo attacco all’interno di una zona militare, come conferma del fatto che i terroristi vogliano soprattutto destabilizzare la Somalia. Gli attentati minacciano la presenza straniera in un Paese con l’economia a picco e continuano a colpire esercito e polizia, per aggravare lo stato di anarchia nei punti strategici delle città, proprio come il gruppo terroristico Boko Haram cerca di fare in Nigeria.

I terroristi – Al-Shabaab si conferma essere uno dei gruppi terroristici più sanguinari in Africa, nonostante gli Stati Uniti di Donald Trump abbiano approvato solo qualche mese fa una serie di misure militari per combattere i gruppi radicali nel Corno d’Africa, con droni e raid mirati. Solo la scorsa settimana un drone americano aveva intercettato un altro camion, simile a quello dell’attentato di ottobre, che dalla campagna somala trasportava grandi quantità di esplosivo a Mogadiscio. Lo ha riferito un ufficiale statunitense della missione Usa in Africa. Il numero di combattenti africani che si radicalizzano e si legano agli Shabaab è in continua crescita, rendendo la sicurezza in un Paese fragile come la Somalia sempre più ingestibile con le sole forze militari locali.