La Polizia Nazionale sul luogo degli attacchi. (Fonte: EPA/A. Carrasco Ragel)

Un morto e quattro feriti: è questo il bilancio dell’attacco terroristico di mercoledì 26 gennaio contro due chiese ad Algeciras, nel sud della Spagna, per cui gli inquirenti stanno seguendo la pista jihadista. L’attentatore, un 25enne di nazionalità marocchina, ha ucciso con un machete il sagrestano della chiesa della Palma e ferito gravemente il parroco della cappella di San Isidro, adesso fuori pericolo in seguito a un’operazione chirurgica. Altre tre persone sono rimaste ferite nel tentativo di soccorrere il sacerdote.

I fatti – Erano da poco passate le sette di sera quando Yassine Kanza, armato di un machete di grosse dimensioni, è entrato nella chiesa di San Isidro, nel centro della cittadina andalusa. Lì ha colpito al collo il parroco, il 74enne salesiano Antonio Rodriguez, occupato nella celebrazione della messa serale. I testimoni riferiscono che un’ora prima l’attentatore si era scontrato con alcuni fedeli della chiesa, a cui aveva rimproverato di non professare l’islam. Uscito dalla parrocchia, l’attentatore si è poi recato nella vicina chiesa della Palma, dove si è imbattuto nel sagrestano Diego Valencia. L’uomo ha tentato la fuga, ma è stato raggiunto all’esterno dall’assalitore, che lo ha ferito a morte con il machete. Kanza avrebbe tentato di entrare in una terza chiesa, ma le porte chiuse hanno interrotto il suo piano criminale.

La pista jihadista – L’attentatore è stato arrestato quasi immediatamente nei pressi della chiesa della Palma ed è stato condotto in custodia al commissariato di Algeciras. Gli inquirenti riferiscono che Kanza si trovava in Spagna in situazione irregolare ed era prossimo all’espulsione dal Paese. Inoltre, secondo fonti di El Mundo, da quattro giorni il 25enne era vigilato dalla polizia, insospettita dai suoi movimenti in città. Le indagini chiariranno se Kanza abbia agito solo o se potesse contare sull’appoggio di alcuni fiancheggiatori. Dalle ricostruzioni risulta che l’attentatore abbia gridato «morte ai cristiani» e «Allah è grande» mentre colpiva le vittime. Tuttavia, gli abiti neri indossati al momento degli attacchi allontanano l’ipotesi che fosse pronto a immolarsi, circostanza che avrebbe richiesto indumenti di colore bianco. La comunità islamica locale ha già condannato l’attentato, definendolo «un vile attacco terroristico».