«In Sudafrica è in atto un genocidio contro i bianchi». È questa la tesi che l’amministrazione di Donald Trump sta portando avanti da mesi, e che ieri, mercoledì 21 maggio, è stata usata per attaccare il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa durante un incontro alla Casa bianca. Una visita che ha ricordato molto quella del presidente ucraino Volodymir Zelensky dello scorso febbraio, perché anche in questo caso Trump l’ha trasformata in un “agguato” in diretta Tv. Il presidente americano, dopo aver accolto Ramaphosa, gli ha mostrato alcuni video e documenti che, a suo parere, dimostrerebbero le accuse di genocidio contro gli afrikaner, i discendenti bianchi dei primi coloni europei in Sudafrica.

L’incontro e le accuse – Appena arrivato alla Casa bianca, il presidente sudafricano e la sua delegazione sono stati accolti e c’è stato un momento cordiale accompagnato dallo scambio di alcuni regali. Poi Trump ha mostrato a Ramaphosa un video dove si vede il principale rappresentante dell’opposizione sudafricana, Julius Malema, cantare una canzone che incita a «uccidere i boeri» (e cioè gli afrikaner): si tratta di uno dei vari “canti di liberazione” anti-apartheid diffusi nei decenni di segregazione razziale. Ramaphosa ha detto a Trump che la posizione di Malema non rispecchia quella del partito al governo di cui fa parte. Il presidente del Sudafrica ha anche risposto con una provocazione, facendo riferimento al Boeing 747 da 400 milioni che il Qatar donerà al tycoon, dicendo che non ne ha un altro da regalargli. «Peccato, perché lo avrei accettato», è stata la risposta di Trump. Negli ultimi anni, il Sudafrica ha registrato un aumento generale della criminalità e ha problemi di sicurezza principalmente legati a reati violenti. «La criminalità colpisce tutta la popolazione, e ancora di più i neri», ha detto Ramaphosa replicando a Trump, che aveva fatto riferimento a un «grande numero di agricoltori bianchi uccisi brutalmente».

La teoria suprematista – Quella del “genocidio dei bianchi” in Sudafrica è una teoria basata su dati e informazioni false molto diffusa negli ambienti del suprematismo bianco, di recente rilanciata su X anche da Elon Musk, che è nato a Pretoria ed è figlio di un imprenditore bianco. È tornata in circolo dopo che il Sudafrica ha approvato una legge sull’equa distribuzione dei terreni agricoli, che, secondo Trump, legittima gli atti discriminatori contro gli agricoltori bianchi. Il provvedimento, che è stato approvato dall’African national congress (il partito che fu di Nelson Mandela e che è attualmente al governo), riguarda un settore dove il 72% dei terreni è di proprietà di bianchi, che sono il 7% della popolazione del Paese. L’amministrazione americana a inizio maggio aveva dichiarato di ritenere rifugiati politici gli afrikaner e, in quanto tali, aveva accolto una cinquantina di loro nel Paese.