«Non crediamo a niente di quello che dicono. Non ci sono scuse per il modo in cui la Nord Corea ha trattato nostro figlio. Vogliamo che il mondo sappia che è stato seviziato e torturato». Parole di un papà a cui hanno portato via un figlio. Parole di Fred Warmbier, il padre di Otto, il 22enne statunitense tenuto in carcere per 17 mesi dal regime della Corea del Nord e rilasciato lo scorso 13 giugno dopo una “missione diplomatica” dell’ex stella del basket Dennis Rodman. L’unica colpa del giovane Otto era stata rubare un poster di Kim Jong-un durante un viaggio turistico.

Il furto – Otto Warmbier era uno studente di Economia e commercio alla University of Virginia. Alla fine del 2015 era andato in Corea del Nord con un viaggio organizzato da un’agenzia cinese. Durante la notte di capodanno, alcune telecamere di sorveglianza dell’albergo in cui alloggiava lo hanno ripreso mentre staccava da una parete un poster del leader Kim Jong-un. Otto venne arrestato il giorno dopo all’aeroporto, con l’accusa di aver compiuto un atto ostile nei confronti dello Stato.

Il processo – Il 22enne viene costretto a confessare la sua colpa durante una conferenza stampa. «Ho compiuto il peggior errore della mia vita, vi prego», diceva piangendo Otto Warmbier davanti ai giornalisti. Un amico gli aveva promesso, in cambio del poster, un auto usata del valore di 10mila dollari. Ma per i giudici coreani era un attacco al regime e dopo un processo sommario lo condannarono a 15 anni di lavori forzati. Dalla sentenza non si è saputo più nulla di lui.

Il coma – Lo scorso 13 giugno Otto fa ritorno negli Stati Uniti. La liberazione è avvenuta in concomitanza con la visita dell’ex stella dell’Nba Dennis Rodman, arrivato a Pyongyang lo stesso giorno della liberazione di Otto. L’ex campione ha smentito un coinvolgimento diretto nella trattativa, ma secondo indiscrezioni di stampa avrebbe avuto un ruolo nella vicenda. Negli ultimi cinque anni Rodman ha sviluppato un rapporto privilegiato con la Corea del Nord.

Il giovane Warmbier arriva negli Stati Uniti, ma non sta bene.  E’ in coma dall’aprile 2016, sostengono i medici del Medical Center dell’Università di Cincinnati, in Ohio. Secondo le autorità nordcoreane, il ragazzo aveva contratto il botulismo ed era stato sedato con dei sonniferi dai quali non si è più ripreso. Otto Warmbier muore meno di una settimana dopo il suo ritorno a casa, lunedì 19 giugno. Le autorità americane sospettano che la Nord Corea abbia liberato il ragazzo perché non voleva la responsabilità della sua morte all’interno dei confini nazionali.

La replica – Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato: «Il destino di Otto rafforza la determinazione della mia amministrazione a prevenire che simili tragedia accadano a persone innocenti, per mano di regimi che non rispettano la legge e la basilare decenza umana. Gli Stati Uniti condannano ancora la brutalità del regime nordcoreano, mentre piangiamo la sua ultima vittima». Si aspetta di vedere in che cosa possa concretizzarsi questa ferma condanna.