Stefano, 22 anni, nato negli Stati Uniti ma trasferito in Italia, a Genova, all’età di 3 anni con la famiglia. Il sogno di tornare a vivere in America si realizza nel 2014, per iniziare l’avventura del college in California, a San Francisco. La doppia cittadinanza gli ha permesso di votare quest’anno, per la prima volta, alle elezioni presidenziali. Ci ha raccontato come è andata
“Sono andato a votare stamattina alle 7, ora di apertura del seggio, e c’erano circa 15 – 18 persone, me incluso. In maggioranza giovani, probabilmente anche loro, come me, hanno deciso di votare prima di andare a scuola o al lavoro”.
“Alcuni ragazzi vicino ai seggi distribuivano volantini con le indicazioni delle varie candidature per Congresso, Senato e Presidenza. Erano tutti sostenitori del partito democratico e onestamente credo di non aver mai visto qualcuno distribuire volantini a sostegno di Trump durante la campagna elettorale qui a San Francisco”.
“Tutti i miei amici e coetanei che conosco sono andati a votare e tutti dicono di aver votato per Hillary”.
La California, e in particolare San Francisco, sono fortemente schierati sul lato democratico. Talmente tanto che Stefano dice di non aver mai conosciuto nessun supporter di Trump. Ne ha letto gli interventi online, soprattutto sui social network, notando che quasi nessuno tra loro era californiano.
Oltre all’elezione presidenziale, la California è lo stato con più proposte al voto: 17 quesiti che spaziano dal prezzo dei medicinali all’abolizione della pena di morte.
“Era una votazione particolarmente lunga, 5 fogli in tutto. Nei giorni scorsi, mi sono informato sui diversi quesiti per essere certo di votare con consapevolezza. Conosco molti che, a parte per il presidente, voteranno senza conoscere davvero le questioni, basandosi sui volantini ricevuti e senza informarsi”.
Durante la corsa per le primarie, molti in California sostenevano la candidatura di Bernie Sanders, il senatore “rivoluzionario” battuto da Hillary.
“Nelle primarie avevo votato per Sanders e tuttora sono suo supporter. Lo sono molti miei coetanei, a differenza delle persone più in là con l’età che hanno sostenuto e ottenuto la vittoria di Hillary alle primarie”.
Con Sanders fuori dai giochi, alcuni suoi sostenitori hanno scelto di dirottare il proprio voto su Clinton, altri, per protesta, su Trump e molti invece hanno dichiarato di non voler votare nessun candidato “di riserva”.
“Dopo che Hillary ha vinto le primarie, nonostante il dispiacere per Bernie, ho seguito ciò che ritenevo più giusto: supportare Hilary. D’altronde, lo stesso Sanders ha raccomandato ai suoi sostenitori di scegliere Hillary, considerando l’alternativa troppo pericolosa”.
Un’alternativa incomprensibile per Stefano, californiano adottivo e convinto democratico. “Ho visto l’onda mediatica intorno a lui crescere a dismisura, nel bene e nel male, e so che milioni e milioni di persone odiano profondamente la Clinton, e pensano che Trump sia l’eroe che ribalterà la situazione. Ma non ha senso. Non ha l’esperienza per governare un paese come gli Stati Uniti, non sa nemmeno gestire i suoi affari”.
“Chi vincerà? Penso Hillary. Qualche mese fa l’avrei detto con molta più sicurezza ma al momento ho qualche dubbio. Fino a domani vivrò nel terrore che Trump possa davvero vincere”.