na donna cammina accanto al murale di Nelson Mandela a Soweto, Johannesburg, dove vive l'ex presidente.

Una donna e un bambino camminano accanto al murale di Nelson Mandela a Soweto, Johannesburg, dove vive l'ex presidente.

Madiba sta male, di nuovo. Nelson Mandela è ricoverato da quattro giorni in un ospedale di Pretoria, per l’aggravarsi di un’infezione polmonare, la stessa che l’aveva costretto al ricovero a marzo. Le condizioni di Mandela sono gravi, ma stabili, come reso noto da una nota del presidente sudafricano, Jacob Zuma.

Quella arrivata il 10 giugno è la prima comunicazione ufficiale sullo stato di salute dell’ex presidente. Zuma ha invitato tutti i concittadini a pregare per Mandela. «È tempo di lasciarlo andare», titola, in apertura, il Sunday Times, dando voce a un pensiero condiviso, e temuto, da tutti i sudafricani. Il loro padre collettivo potrebbe, infatti, lasciarli presto. A consolidare la tesi più pessimista ci sono molti elementi: le condizioni di salute sempre più gravi, i ricoveri ravvicinati a dicembre e a marzo, e non ultima l’età avanzata di Mandela, che a luglio di quest’anno compierebbe 95 anni.

Presenti in ospedale la terza e attuale moglie di Madiba, Graca Machel, la figlia Makaziwe e la nipote, Ndileka. Si è affrettata ad arrivare anche Winnie Madikizela-Mandela, l’ex-moglie e compagna nella lotta anti aparthaid. «Sta bene, è un combattente», ha affermato la secondogenita di Winnie Mandela, Zindziwa, dopo aver fatto visita al padre. La primogenita Zenani è invece in viaggio da Buenos Aires, dove lavora come ambasciatrice del Sudafrica. Proprio Zenani, a marzo, aveva fatto causa al padre insieme alla sorellastra Makaziwe per prendere il controllo delle sue opere d’arte e dei due fondi di investimento per l’infanzia che valgono circa 1,7 milioni di dollari. Sia Zenani che Makaziwe erano state estromesse dalla gestione di queste attività nel 2004, ma sono comunque destinatarie di parte dell’eredità del padre. A rappresentare gli interessi delle due donne è stato l’avvocato Ismail Ayob, già difensore degli attivisti anti-apartheid, ma soprattutto ex vecchio amico di Mandela, da lui allontanato otto anni fa per il sospetto che avesse venduto alcuni suoi quadri senza autorizzazione.

E un altro storico amico di Mandela, l’arcivescovo Desmond Tutu, anche lui Nobel per la pace, pensa in questo momento a Madiba.« «Le nostre preghiere possano confortarlo. Ringraziamo Dio per il grande dono che ci ha fatto dandoci Mandela e desideriamo dare forza alla famiglia», ha detto l’arcivescovo.

Susanna Combusti