Papa Francesco rivoluziona il Sinodo dei Vescovi che da ottobre sarà aperto anche a laici e, soprattutto, a laiche. È la prima volta nella storia della Chiesa in cui le donne potranno partecipare attivamente, e quindi votare, al Sinodo. L’unica eccezione era stata fatta nel 2021 per suor Becquart, sottosegretaria dell’Assemblea. Saranno almeno 40, poco più del 10% dei circa 370 membri. La Women’s Ordination Conference (Woc), organizzazione statunitense che lavora per ordinare le donne come diaconi, sacerdoti e vescovi della Chiesa Cattolica, dichiara che questo è un grande passo «verso una maggiore corresponsabilità ed equità tra donne e uomini al Sinodo».
Apertura ai membri laici – Il Sinodo è un organo consultivo istituito nel 1965 per volontà di Papa Paolo VI con l’obiettivo di discutere periodicamente su questioni ecclesiastiche. Non ha mai subito modifiche o cambiamenti, fino al 14 aprile scorso, quando Papa Francesco «ha approvato l’estensione della partecipazione all’Assemblea sinodale a “non vescovi” (presbiteri, diaconi, consacrate e consacrati, laici e laiche)». La conferma di questa svolta è arrivata il 26 aprile dalla Segreteria Generale del Sinodo. Sono previsti 70 membri aggiuntivi laici, quindi non vescovi, di cui il 50% dovrà essere donna: saranno scelti dal Santo Padre da una lista di 140 persone selezionate dalle Conferenze episcopali del mondo. Nella modifica ufficiale della Città del Vaticano si legge: «Si chiede che il 50% di loro sia donna e che si valorizzi anche la presenza di giovani. Nella loro individuazione si tiene conto non solo della loro cultura generale e della loro prudenza, ma anche della loro conoscenza, teorica e pratica, oltre alla loro partecipazione a vario titolo nel processo sinodale. In quanto membri hanno diritto di voto».
Altre modifiche – A dare la notizia sono stati i cardinali Mario Grech e Jean-Claude Hollerich, rispettivamente segretario generale e relatore del Sinodo, che hanno incontrato i giornalisti in una conferenza. «Non una rivoluzione ma un importante cambiamento. Si parla del 21% dell’Assemblea che rimane plenariamente un’Assemblea dei vescovi, con una certa partecipazione di non vescovi», chiarisce Hollerich, «La loro presenza assicura il dialogo tra la profezia del popolo di Dio e il discernimento dei pastori». Non è l’unica novità. Un grande cambiamento c’è stato anche nell’organo dei 10 chierici appartenenti agli Istituti di vita consacrata: se prima erano solo uomini, ora saranno 5 sacerdoti e 5 religiose. Quindi, in totale, risultano 40 donne partecipanti e votanti all’Assemblea, alle quali si aggiunge un’altra figura femminile, Nathalié Becquart, sottosegretaria del Sinodo dei Vescovi dal 2021, prima donna in assoluto con il diritto di voto.
Risultati femministi – La Women’s Ordination Conference, da sempre attiva per cercare di portare la parità dei sessi nella Chiesa Cattolica, aveva manifestato duramente in Piazza San Pietro già nel 2018, durante il Sinodo dei Giovani, chiedendo di smettere di partecipare solo passivamente alle Assemblee (come “uditrici”), ma di avere il diritto al voto. Oggi l’organizzazione è riuscita a ottenere quello che voleva e afferma: «Questa è una crepa significativa nel soffitto di cristallo, ed è il risultato di una sostenuta difesa, attivismo e testimonianza». La Woc aggiunge: «Speriamo che il Sinodo continui a svilupparsi in un corpo pienamente rappresentativo del popolo di Dio. Questo è un passo importante nel cammino verso la parità di genere, e continueremo i nostri sforzi persistenti per lavorare per cambiamenti strutturali duraturi nella chiesa. Come abbiamo ripetuto più volte durante il processo sinodale: indietro non si torna». Prima votazione femminile a ottobre.