L’escalation tra Iran e Usa si è fermata, tanto che sembra essere arrivato il momento del dialogo. «Siamo pronti a impegnarci per seri negoziati senza precondizioni con l’Iran», ha dichiarato l’ambasciatrice americana Kelly Craft in una lettera inviata al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, mentre la controparte Majid Takht-Ravanchi ha chiarito che «l’Iran non ha intenzione di entrare in guerra con gli Stati Uniti». In America, oggi, la Camera dei deputati, in mano ai democratici, dovrebbe comunque votare un progetto di legge per impedire al presidente Donald Trump di dichiarare guerra a Teheran, dopo che il bombardamento iraniano alle basi americane in risposta all’assassinio del generale iraniano Qasem Soleimani aveva fatto temere un conflitto su larga scala. Un ostacolo in più che prova ad assecondare il sentimento di almeno una parte del Paese, sfociato anche in manifestazioni di protesta a San Francisco.

Questione nucleare – Il raffreddamento della crisi era già stato preannunciato ieri dalle parole di Trump e del ministro degli Esteri iraniano Mohammed Javad Zarif. In diretta tv, il presidente americano si era detto «pronto alla pace», seppur annunciando altre «pesanti sanzioni economiche», mentre Zarif aveva escluso la ricerca della guerra contro gli Usa. Sul tavolo rimane però la questione nucleare. The Donald ha avvisato che «all’Iran non sarà consentito avere la bomba atomica» finché lui sarà presidente. Teheran, infatti, aveva manifestato l’intenzione di non rispettare più l’accordo del 2015 sulla limitazione del proprio programma nucleare.

Sui social network si è diffuso un video amatoriale, ripreso anche dalla trasmissione Atlantide su La7, in cui si vedono le bare di Soleimani e degli uomini della scorta ritornare a Teheran su un aereo di linea

Mediazione europea – In questa situazione, l’Unione europea sta cercando di proporsi come mediatrice al fine di «disinnescare le tensioni». L’accordo sul nucleare «resta cruciale per la sicurezza globale», ha ribadito il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. In un colloquio telefonico avuto con il presidente iraniano Hassan Rohani, ha invitato Teheran a «evitare di proporre atti irreversibili». Tenere accesa la «fiamma del dialogo» è l’appello di Papa Francesco, affinché si eviti di «creare le basi per un conflitto di larga scala».

Borse in rialzo – In un clima rasserenato dalla svolta positiva nei rapporti tra Iran e Usa, le Borse europee si sono aperte in deciso rialzo. Francoforte corre, facendo registrare un +1,16% grazie al dato sulla produzione industriale tornato positivo a novembre dopo due mesi di cali. Bene anche Parigi (+0,59%) e, con meno impeto, Londra che alle prime battute segna un rialzo dello 0,44%.

«L’aereo ha preso fuoco in volo» – In Iran continua a tenere banco anche il caso del Boeing 737 dell’Ukraine international airlines precipitato due giorni fa pochi minuti dopo essere decollato da Teheran. In particolare, iniziano ad arrivare le prime testimonianze ufficiali dell’incidente senza sopravvissuti che ha causato 176 vittime. Ieri si è appreso che l’aereo stava cercando di tornare indietro, mentre oggi l’Organizzazione per l’aviazione civile iraniana ha dichiarato che alcuni testimoni hanno visto l’aereo prendere fuoco in volo. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che stabilire le cause dello schianto è «una priorità». Quarantacinque specialisti ucraini sono già arrivati nella capitale iraniana per contribuire all’indagine avviata dall’aviazione civile. «Ci aspettiamo che vengano coinvolti in tutte le attività della commissione, comprese le informazioni di decodifica dai registratori di dati di volo», ha detto Zelensky, che nei prossimi giorni dovrebbe avere una conversazione telefonica con il presidente Rohani per rafforzare la cooperazione tra i due Paesi in questo caso.