Proteste anti-Putin

Proteste anti-Putin

C’è chi protesta e chi, rassegnato, decide di emigrare. In Russia quasi la metà degli studenti vorrebbe lasciare il Paese il prima possibile. Ma non sono gli unici dati emersi dal sondaggio dell’agenzia Interfax. Dall’indagine svolta in 130 città e 45 regioni russe, un quinto della popolazione è pronta a lasciare il Paese. Nel 2009 erano un decimo. Le motivazioni sono: insoddisfazione per la propria vita, instabilità economica, criminalità elevata e “gli sviluppi della politica”.

A causa del governo autoritario di Putin c’è chi, invece, in Russia non ci vuole più tornare: è Garri Kimovic Kasparov che, ad aprile 2013, si era dimesso da Solidarnost, il nome del suo movimento di opposizione.

Il celebre scacchista è stato fondatore della prima organizzazione per la difesa dei diritti umani in Russia, ma ora teme inchieste e ritorsioni, come quelle iniziate proprio oggi, giovedì 6 giugno. Una dozzina di manifestanti saranno processati per gli scontri nella protesta anti-Putin del maggio 2012. Kasparov ha parlato da Ginevra mentre, fuori dal Tribunale di Mosca, sono già iniziati scontri tra manifestanti e polizia. I processi per i dissidenti si stanno moltiplicando e a breve si attende l’udienza preliminare a carico di 17 attivisti.

Eppure c’è chi in Russia vuole arrivarci: questa mattina un uomo di colore non ancora identificato si è nascosto nel carrello di un volo partito da Rimini e diretto all’aeroporto Vnukovo di Mosca. È morto per assideramento. Il cadavere è stato scoperto solo quando l’aereo è arrivato a destinazione, mentr i tecnici della manutenzione hanno notato tracce di sangue sul carrello.

Vincenzo Scagliarini