Il Giappone si sveglia con la paura. Alle 6 della mattina di martedì 22 novembre (le 21:00 italiane di lunedì) una scossa di magnitudo 7.4, profonda 11 km, ha fatto tremare il distretto di Fukushima e la centrale nucleare già colpita nel 2011. Nessun morto e sei feriti, ha dichiarato il capo di gabinetto del governo di Tokio Yoshihide Suga in una conferenza stampa subito dopo la scossa.

Secondo l’agenzia meteorologica giapponese, il sisma sarebbe la più forte scossa di assestamento del terremoto che nel 2011 causò incidenti nella centrale nucleare di Naraha con conseguenze ambientali devastanti, seconde solo a quelli di Chernobyl, in Ucraina, nel 1986. La Tokyo Electric Power, azienda proprietaria della centrale, ha garantito sulla sua sicurezza definendola: “intatta”. Il reattore 3 della centrale, responsabile del raffreddamento delle barre d’uranio ha smesso di funzionare 10 minuti dopo la prima scossa, per poi riprendere le attività alle 08.00.

L’agenzia meteorologica giapponese ha già tranquillizzato la popolazione definendo improbabile la formazione di nuovi tsunami, i maremoti generati da una scossa che causano onde altissime. L’epicentro della scossa in mare a 37 km dalla città costiera di Namie aveva messo in allarme il mondo intero ma per ora sono state registrate solo onde tra i 90 cm e 1,4 metri nel porto di Sendai. L’aeroporto della città comunque è stato chiuso per sicurezza . Le autorità hanno fatto evacuare gli abitanti delle prefetture nella costa orientale: Miyagi, Fukushima e Ibaraki. Il terremoto ha causato un incendio in un impianto petrolchimico nel distretto di Nishikimachi.
Il governo giapponese ha chiesto alla popolazione di rimanere prudenti perché sono previste ulteriori scosse nei prossimi giorni.