Triplice omicidio all’Istituto curdo di Parigi. Tre donne curde sono state ritrovate morte nelle prime ore di giovedì 10 gennaio in una stanza dell’Istituto, in Rue La Fayette, nel 10/o arrondissement. Secondo quanto riferito dal responsabile della federazione delle associazioni curde (Feyka), Leon Edart, le tre donne uccise sono Sakine Cansiz, cofondatrice del Pkk (il Partito dei lavoratori curdo), Fidan Dogan, rappresentante del Congresso nazionale del Kurdistan (Knk), con base a Bruxelles, e Leyla Soylemez, giovane attivista.
I corpi delle tre esponenti del Pkk sono stati ritrovati verso l’una del mattino da alcuni amici, preoccupati dopo molte telefonate rimaste senza risposta. Le donne sarebbero state uccise con un colpo di pistola alla nuca. Si tratterebbe quindi di una vera e propria esecuzione, ma l’inchiesta dovrà chiarire le circostanze. Lo stesso Edart, che conosceva le tre vittime, ha fornito una prima ricostruzione dei fatti e spiegato che ai locali dell’Istituto si può accedere soltanto digitando un codice e poi chiamando al citofono. Le donne avrebbero quindi aperto la porta a chi le ha poi assassinate.
Le donne sarebbero scomparse già nel pomeriggio, ma la scoperta dei cadaveri è avvenuta solo in nottata. Il ministro dell’Interno francese, Manuel Valls ha parlato di “inaccettabili assasinii” e promesso che le autorità francesi lavoreranno con determinazione per far luce sull’accaduto.
Nel frattempo monta la rabbia all’interno della comunità curda a Parigi e in tutta la Francia. Una comunità particolarmente numerosa sul territorio francese: 150mila, persone secondo uno studio del 2006. Dopo la scoperta dei cadaveri, centinaia di curdi si sono radunati davanti all’istituto di Rue La Fayette al grido di: “non sono morte!”, “siamo tutti del Pkk!”.
La comunità curda sospetta che l’esecuzione delle tre attiviste abbia a che fare con i presunti negoziati tra il governo turco e l’ex leader curdo Abdullah Ocalan, in carcere sull’isola di Imrali dal 1999, in condizioni di totale isolamento. Dopo la guerriglia e gli attacchi terroristici – quelli del Pkk di Ocalan iniziarono nel 1984 e sono responsabili di circa 40mila morti da entrambi i lati – sarebbe in vista un’apertura da parte di Ankara verso il riconoscimento dei diritti della minoranza curda. Un’apertura che qualcuno non vedrebbe di buon occhio.
Federico Thoman