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L'ambasciata francese a Tripoli dopo l'esplosione (foto: Afp)

«Del mio ufficio non è rimasto niente», ha raccontato un’impiegata. E non è rimasto nulla neanche del muro di cinta, di parte dell’edificio dell’ambasciata e di due macchine parcheggiate lì davanti. L’esplosione che ha scagliato i vetri dei negozi a più di duecento metri di distanza si è verificata alle sette del mattino davanti all’ambasciata francese a Tripoli, Libia, causando il ferimento di due agenti della sicurezza. Nessun morto, ingenti i danni: questo il bilancio dell’attentato terroristico.

È stato proprio il ministro degli Esteri libico Mohammed Abdel Aziz a definire l’accaduto un “atto terroristico”, ma senza spiegare chi potrebbe esserci dietro e con quali motivazioni. Le forze francesi stanziate in Libia sono state spostate in Mali per combattere gli estremisti islamici, ma gli scenari possibili sono tanti.

Secondo le prime ricostruzioni, la bomba sarebbe stata piazzata in una delle auto parcheggiate davanti all’ingresso dell’edificio piantonato dalla sorveglianza. Una delle guardie ferite è in gravi condizioni (ma non in pericolo di vita), l’altra non sarebbe stata investita in pieno dall’onda d’urto e avrebbe riportato solo ferite superficiali.

Il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius sarà a Tripoli in giornata per garantire la sicurezza della sede diplomatica e “sovrintendere al rimpatrio” dei due feriti.

Lucia Maffei