A meno di due settimane dalle elezioni presidenziali statunitensi, il clima elettorale si è ulteriormente surriscaldato dopo le rivelazioni dell’ex capo di gabinetto della Casa Bianca, il generale in pensione John Kelly. Durante una serie di interviste, Kelly ha rivelato che il candidato repubblicano Donald Trump, nel corso della sua presidenza, elogiò i generali di Adolf Hitler per la loro lealtà al dittatore nazista durante la Seconda Guerra Mondiale.

Secondo il generale dei marine, che ha lavorato a stretto contatto con Trump dal 2017 al 2019, l’ex presidente avrebbe chiesto: «Perché i miei generali non possono essere come quelli di Hitler?». Questa affermazione, contenuta anche nel libro The Divider: Trump in the White House dei giornalisti Peter Baker e Susan Glasser, ha fatto riemergere preoccupazioni sul carattere e le intenzioni di Trump in merito alla gestione del potere e alla sua concezione della leadership militare. Trump, da parte sua, ha risposto con fermezza attraverso un post sulla piattaforma Truth, etichettando Kelly come uno «squilibrato» e definendo l’accusa una «bugia totale». Durante un comizio elettorale in Georgia, l’ex presidente ha ribadito la sua versione dei fatti, negando categoricamente di aver mai fatto simili affermazioni. In questo contesto, la vicenda Kelly rischia di diventare un tema centrale nelle ultime fasi della campagna, accentuando la polarizzazione dell’elettorato. Con il voto ormai imminente, i democratici stanno cercando di sfruttare l’opportunità per consolidare il sostegno tra gli elettori più moderati e indecisi, mentre Trump cerca di difendersi dai continui attacchi e consolidare la sua base di sostenitori più leali.

Le accuse di Kelly hanno innescato una raffica di critiche da parte dei democratici, con in testa la vicepresidente Kamala Harris. In un evento organizzato dalla Cnn in Pennsylvania, Harris ha dichiarato: «Sono convinta che Trump sia un fascista», citando proprio le rivelazioni di Kelly a sostegno delle sue parole. Ha poi aggiunto: «Trump non difenderà la Costituzione americana, la ucciderà». Questa dichiarazione si inserisce in una campagna già caratterizzata da tensioni e contrasti accesi tra i due principali candidati. Harris ha colto l’occasione per rimarcare la differenza tra la visione democratica e quella di Trump, puntando a fare della salvaguardia dei valori costituzionali il fulcro della sua strategia elettorale. La vicepresidente terrà il discorso decisivo martedì 29 ottobre all’Ellipse, l’ampio parco ovale situato a sud della Casa Bianca a Washington D.C., lo stesso luogo da cui Donald Trump incitò i suoi sostenitori il 6 gennaio 2021, durante l’assalto al Campidoglio.