Spionaggio, vita privata forse non irreprensibile e rapporti con Mosca. Per Donald Trump non è stata facile la prima conferenza stampa da presidente eletto, a pochi giorni dal giuramento alla Casa Bianca. Il tycoon, che entrerà in carica il 20 gennaio, non risparmia critiche a chi lo accusa di avere avuto da sempre rapporti con Mosca. E lo fa attaccando la stampa. Nella Torre sulla Quinta Strada, The Donald sceglie i giornalisti con cui vuole parlare e nega la parola al corrispondente da Washington della Cnn perché, afferma, l’emittente è una fabbrica di «fake-news».

Oltre ai giornalisti della rete televisiva, nel mirino è finita anche Buzzfeed. Le due testate sono colpevoli, secondo The Donald, di avere pubblicato documenti non verificati sui rapporti tra il Presidente e la Russia. «Una vergogna che sia stato stampato. Una roba da Germania nazista», ha commentato il Presidente. Il dossier, riassunto in due pagine e allegato alla versione secretata del documento sugli hacker di Putin, era stato consegnato nei giorni scorsi dal Fbi anche a Barack Obama. Sostiene l’esistenza di rapporti segreti tra Trump e Mosca negli ultimi cinque anni e rivela dettagli sulla vita privata del neo presidente. Un video, nelle mani dei servizi segreti russi, lo mostrerebbe in «atti sessuali depravati» con alcune prostitute al Ritz Carlton Hotel di Mosca. Una circostanza che, se provata, ne farebbe un presidente ricattabile.

Le accuse del documento continuano. E chiamano in causa direttamente Putin. Con il suo benestare, il governo russo avrebbe assistito Trump negli ultimi cinque anni. Nell’obiettivo di incoraggiare «scissioni e divisioni all’interno dell’alleanza occidentale», sarebbero stati diversi gli incontri tra il Presidente e i funzionari russi. Sul tavolo questioni di interesse reciproco, come gli attacchi hacker ai democratici durante la campagna elettorale. Lo staff del tycoon avrebbe ricevuto regolarmente informazioni dall’Fsb sugli avversari politici. E ancora. Sarebbero stati offerti a Trump accordi per gli appalti per i Mondiali di calcio del 2018. L’obiettivo? Rendere il tycoon dipendente dal Cremlino.

«Non ho rapporti con la Russia, non ho alcun affare in corso con la Russia e non ho neanche debiti con la Russia». Nega tutto il Presidente. Ma questo non gli evita di aprire a Putin e di criticare Obama, accusato di avere ridotto ai minimi storici il rapporto con il colosso d’oltre oceano. Grazie alla sua amministrazione, si augura, le cose potrebbero cambiare. Perchè di Putin Trump spera di diventare amico. «Un’occasione che forse coglieremo o forse no. Possiamo combattere insieme l’Isis che è stato creato dal vuoto lasciato dal ritiro delle nostre truppe in Iraq». Un programma di politica estera che è lo schiaffo più forte alla diplomazia del presidente uscente.