Justice for all. Non è il titolo del nuovo singolo di Lady Gaga, ma il brano d’esordio di Donald Trump con il coro dei detenuti dell’assalto di Capitol Hill del 6 gennaio 2021. Disponibile su tutte le principali piattaforme, non si tratta di una vera e propria performance vocale dell’ex presidente: una musica di ambiente in sottofondo accompagna Trump che legge il Pledge of Allegiance (il giuramento di fedeltà dei presidenti Usa) mentre il J6 Prison Choir, il coro dei circa 20 carcerati, canta l’inno nazionale statunitense. Al termine dei due minuti e mezzo, la canzone si conclude con il grido «Usa! Usa! Usa!». Il ricavato, come riporta Forbes, sarà donato alle famiglie delle persone detenute per l’attacco al Campidoglio, per cui lo stesso Trump è sotto inchiesta. Justice for all non è però l’ultimo progetto comunicativo del tycoon. Sempre secondo la rivista americana, l’ex presidente debutterà in un podcast di Steve Bannon, ex stratega di Trump alla Casa Bianca e sostenitore dell’ideologia di estrema destra. Sul piano politico, Donald Trump nel corso della convention dei conservatori del 4 marzo ha attaccato Biden e ha ribadito che continuerà la sua campagna elettorale anche se sarà incriminato. Nei sondaggi, con il 62%, i repubblicani lo vorrebbero di nuovo in corsa per le presidenziali.

La convention – Nel corso della conferenza dei conservatori del 4 marzo a Washington, Trump non ha usato mezzi termini. Ha spiegato che lavorerà a un piano in 4 anni per rendere «gli Stati Uniti totalmente indipendenti dalla Cina». Eliminare tutte le importazioni da Pechino dunque, ma anche fermare la guerra in Ucraina: «Metterò fine al conflitto in un giorno, andrò d’accordo con Putin. Siamo nel periodo più pericoloso della nostra storia, rischiamo una terza guerra mondiale ma io la eviterò». A suo dire, se fosse stato riconfermato come presidente, il conflitto non sarebbe in realtà mai iniziato.

L’attacco a Biden – Sempre nel suo discorso non è mancato un affondo nei confronti di Biden e dell’attuale amministrazione: «Cacceremo Joe Biden dalla Casa Bianca, dobbiamo finire quello che abbiamo iniziato». «Siamo un Paese in declino, ma non saremo mai un Paese socialista», ha infine aggiunto. Assente al momento una replica di Biden.

Il sondaggio – Nella corsa alla Casa Bianca, Donald Trump è in testa nel sondaggio informale del Cpac, la convention dei conservatori, con il 62% delle preferenze. Segue con il 20%, Ron DeSantis, governatore della Florida e suo principale rivale. Tra gli altri, il businessman Perry Johnson si attesta al 5% e l’ex ambasciatrice all’Onu Nikki Haley più o meno al 3%.