Da piccolo sognava di fare il dottore, da grande diventa un avvocato, ora approda all’Fbi. Kash Patel è stato nominato direttore del Federal Bureau of Investigation. Lo ha annunciato Trump nella giornata del primo dicembre sul suo social Truth. «Kash è un brillante avvocato, investigatore e combattente di America First che ha trascorso la sua carriera a denunciare la corruzione, difendere la giustizia e proteggere il popolo americano. Ha svolto un ruolo fondamentale nello svelare la frode del Russiagate, ergendosi a difensore della verità, della responsabilità e della Costituzione», ha scritto il tycoon.
«Questo nuovo FBI», prosegue il presidente neoeletto, «porrà fine alla crescente epidemia di criminalità in America, smantellerà le bande criminali di migranti e fermerà il flagello malvagio del traffico di esseri umani e di droga attraverso il confine. Kash lavorerà sotto la nostra grande procuratrice generale, Pam Bondi, per riportare fedeltà, coraggio e integrità all’Fbi». Prima di poterlo fare, però, bisogna aspettare la conferma del Senato e il licenziamento di Christopher A. Wray, scelto dallo stesso Trump nel 2017 per un mandato che tradizionalmente dura 10 anni. Dieci non è un numero casuale, ma il lasso di tempo necessario per garantire l’indipendenza del direttore dagli 8 anni al massimo di durata di una presidenza. Un regola che, a quanto pare, non vale per tutti.
Il profilo – Kash Patel, quarantaquattrenne di origini indiane, è cresciuto nel Queens. Nel 2005 si laurea in giurisprudenza e, poco dopo, si trasferisce in Florida, dove trascorre otto anni come difensore pubblico. Esperto nella lotta al terrorismo, nell’intelligence e nella sicurezza nazionale, nel 2014 Patel è avvocato presso la Divisione di sicurezza nazionale del dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. Tre anni più tardi, diventa il consulente principale per l’antiterrorismo presso la commissione di Intelligence della Camera, lavorando per il deputato Devis Nunes.
Sempre nel 2017 svolge un ruolo di primo piano tra il gruppo di repubblicani che si opponevano alle indagini su Donald Trump e sulle possibili interferenze russe nelle elezioni del 2016. Ed è questo il momento in cui entra a far parte dei suoi “fedelissimi”.
É il 2020 quando Trump vuole sbarazzarsi di Chris Wray e Patel sfiora per la prima volta la guida dell’Fbi. Alla fine la candidatura, dopo la dura opposizione dell’Attorney General William Barr, finirà nel dimenticatoio e l’avvocato indiano dovrà attendere altri quattro anni. Altra medaglia Maga sul petto – il movimento più estremista che ha voluto Trump alla Casa Bianca e che risponde al motto «Make America great again» – è la Kash Foundation, l’organizzazione no-profit di cui è fondatore che fornisce assistenza e supporto finanziario a diversi destinatari, come le famiglie delle persone coinvolte nell’attacco al Campidoglio del 6 gennaio 2021.
Le critiche all’FBI – Patel non è proprio un fan del Federal Bureau of Investigation. Durante la precedente amministrazione Trump, infatti, si era fatto notare per il suo lavoro nelle indagini sui presunti abusi di potere da parte dell’agenzia federale e per il suo impegno a smascherare le interferenze politiche nei processi investigativi. In quel momento aveva persino chiesto di chiuderne la sede centrale di Washington, licenziare la sua dirigenza e controllare le forze dell’ordine del Paese. Nel suo libro, Government Gangsters, aveva rivelato i nomi degli esponenti del cosiddetto “deep state”, ovvero quei funzionari federali che esercitano un grosso potere trasversalmente alle amministrazioni, e di cui secondo lui, ma anche secondo Trump, l’Fbi sarebbe piena.
Le dichiarazioni – «Prenderei i 7mila impiegati che lavorano nel palazzo e li manderei in giro per l’America a dare la caccia di criminali», ha detto a gennaio al Shawn Ryan Show, manifestando la volontà di «trasformare l’Fbi in un museo del deep state». Qualche mese dopo ha fatto riferimento ai numerosi cospiratori, ben inseriti non solo nel governo ma anche nel mondo dell’informazione, dichiarando la necessità di licenziare tutti i funzionari ostili al tycoon e perseguire tutti i giornalisti non asserviti. Nella categoria dei cospiratori rientrerebbero, dunque, tutti coloro che avrebbero mentito agli americani e avrebbero aiutato Joe Biden, ancora per poco presidente degli Stati Uniti, «a truccare le elezioni del 2020» .
Le reazioni – Immediata la risposta dei democratici. «Dimostri di privilegiare la sicurezza nazionale all’agenda della vendetta di Trump», ha avvertito il senatore del Delaware, Chris Coons. Secondo un ex collaboratore dell’Fbi, che ha parlato alla Nbc protetto dall’anonimato, Kash sarebbe «la persona meno qualificata per ricoprire l’incarico». Fedele, quindi, ma incompetente.