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Di Gioele Anni

«Se io fossi un cittadino americano, voterei per Donald Trump». Milos Zeman è il Presidente della Repubblica Ceca, e a settembre ha dichiarato di sostenere il candidato del partito dell’elefante (il simbolo dei repubblicani) alla Presidenza degli Stati Uniti. Non è il solo: Trump ha diversi simpatizzanti tra i leader politici di tutta Europa. In prima fila c’è Viktor Orban, Primo ministro ungherese. E poi il premier slovacco Robert Fico, il polacco Jaroslaw Kaczynski e gli esponenti della destra populista, da Matteo Salvini a Marine Le Pen. Alle loro spalle si stende un’ombra: quella del Presidente russo Vladimir Putin, addirittura accusato dall’amministrazione Obama di aver ordito attacchi informatici per danneggiare Hillary Clinton.

Come “The Donald”, anche i suoi sostenitori europei propongono misure contro l’immigrazione e strizzano l’occhio ai movimenti cattolici integralisti. La stragrande maggioranza dei leader europei, tuttavia, tifa per l’asinello, il partito democratico che ha candidato la Clinton. Nella stessa Repubblica Ceca, il Primo ministro Bohuslav Sobotka sostiene Clinton in dissenso con il suo capo di Stato. E i leader dei principali Paesi Ue si sono espressi per la candidata democratica, così come lo stesso Presidente della Commissione Jean-Claude Juncker. I temi in gioco sono principalmente due: il commercio e il ruolo della Nato. Con Clinton, potrebbe riaprirsi il negoziato sul trattato transatlantico (il TTIP), di cui Juncker è forte sostenitore. La politica della Nato, invece, non subirebbe variazioni rispetto alla linea di Obama.

Scenari ribaltati se il Presidente fosse Trump. Il miliardario ha in mente degli Stati Uniti meno attivi nei rapporti internazionali: significherebbe un minore impegno nell’alleanza atlantica, lasciando più spazio di manovra all’“amico” russo. Sul fronte commerciale, invece, Trump è contrario ai trattati di libero scambio e anzi darebbe all’economia americana una svolta protezionista. L’Europa è alla finestra: se vincesse Trump, cambierebbe molto anche per il nostro continente. Con Clinton Presidente, invece, il legame Ue-Usa si manterrebbe stabile, e le forze anti-europeiste che guardano alla Russia resterebbero in secondo piano.