Di Simone Disegni

Matteo Renzi con Barack Obama in un'immagine del 2014

Matteo Renzi con Barack Obama in un’immagine del 2014

Fiato sospeso anche in Italia, fuori e dentro i Palazzi della politica, per l’esito delle elezioni americane dell’8 novembre. Alleato tra i più fedeli nell’Europa divisa del dopo-Brexit, Roma guarda con grande attenzione agli sviluppi politici d’Oltreoceano. E se da ambienti governativi non si nasconde l’apprezzamento per Hillary Clinton, non mancano tra le fila delle opposizioni i simpatizzanti del repubblicano Donald Trump.

In linea con le preoccupazioni di tutte o quasi le Cancellerie europee, è stato il Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni a chiarire nei giorni scorsi per chi fa il tifo il Governo, auspicando esplicitamente la “continuità con l’amministrazione attuale”. Era stato lo stesso premier Matteo Renzi d’altronde – ricevuto alla Casa Bianca con tutti gli onori nell’ultima visita di Stato dell’era-Obama – ad evocare sin dallo scorso febbraio la sua preferenza per la Clinton.

salvini-trumpPiù sorprendente forse la simpatia per Hillary lasciata trapelare da Silvio Berlusconi, grande fautore della linea atlantista dell’Italia nell’ultimo ventennio, ma alleato “naturale” dei Repubblicani. L’ex Cavaliere non sembra aver apprezzato gli accostamenti proposti tra il suo stile di leadership politica e quello interpretato da The Donald, derubricato a poco più che “un incrocio tra Grillo e Salvini”

A presidiare il campo degli estimatori di Trump in Italia è proprio il leader della Lega, che con il magnate americano condivide temi e slogan politici. Un supporto sbandierato con grande evidenza, e condito da un incontro a tu per tu con il candidato lo scorso aprile.

Più tiepido nei confronti del repubblicano infine il Movimento 5 Stelle, con il leader Beppe Grillo che non si è spinto oltre una vaga indicazione di Trump come “forse meno peggio della Clinton”.

Al di là delle dichiarazioni ufficiali, comunque, è evidente che tutti i partiti seguiranno con estrema attenzione l’esito del voto americano, alla ricerca di segnali politici da interpretare anche in chiave tutta italiana.