Con la vittoria di Donald Trump, «il programma della Lega viene applicato alla più grande democrazia del mondo». Il giorno dopo le elezioni americane, Matteo Salvini non trattiene l’entusiasmo. Per il segretario della Lega Nord, il successo di Trump «significa controllo dell’immigrazione, smetterla con le guerre fatte a caso in giro per il mondo, significa difendere il made in Usa, quindi anche il made in Italy, smetterla con i trattati commerciali che avvantaggiano le multinazionali, significa tornare ad avere buoni rapporti con la Russia e con Putin». matteo-salvini-incontra-donald-trump-orig-1_mainPer Salvini, il vento anti-establishment arriverà anche in Italia in occasione del referendum: «La parabola di Renzi mi sembra quella della Clinton: ha il sostegno dei giornali, dei banchieri, delle multinazionali, ma non dei cittadini. Una grande mazzata: rottamata la Clinton, rottamato Renzi». Grande gioia dunque per Salvini, nonostante il suo incontro con il magnate, in inverno, fosse diventato un giallo dopo che Trump aveva negato di conoscere il leader leghista.

Il leader del Carroccio non è il solo a esultare nel nostro Paese. Gioisce anche il Movimento 5 Stelle, almeno nelle parole di Beppe Grillo. A sua volta, il comico genovese trova analogie tra la proposta del Movimento e quella del tycoon . beppegrillo5811In un post sul suo blog, Grillo saluta il voto americano come «la deflagrazione di un’epoca. È l’apocalisse dell’informazione, della TV, dei grandi giornali, degli intellettuali, dei giornalisti. Questo è un “vaffa” generale. Trump ha fatto un VDay pazzesco».

Anche Silvio Berlusconi, da sempre un filo-repubblicano (con Barack Obama non ha mai legato davvero) si rallegra per l’elezione di “The Donald”. Solo nel pomeriggio del day-after il leader di Forza Italia ha commentato l’esito del voto americano. Lo ha fatto con parole che esprimono sintonia verso il nuovo inquilino della Casa Bianca: «Al presidente Trump vanno i miei auguri», ha detto Berlusconi, aprendosi poi a un giudizio positivo: «Sono convinto che il presidente scelto dal popolo americano potrà garantire con autorevolezza ed equilibrio il difficile ruolo degli Stati Uniti come paese-guida del mondo libero». Un commento in linea con le reazioni dei “falchi” di Forza Italia: esponenti dell’ala meno moderata del partito, da Biancofiore a Brunetta, avevano gioito da subito per l’elezione di “The Donald”.

Tra i non politici, spicca la reazione di Flavio Briatore. Il manager, da tempo amico di Trump, lo ha celebrato con un post su Instagram e l’eloquente: «Go Donald!!!». Tra il 2012 e il 2014, Briatore ha condotto un reality show dal titolo “The apprentice”, un reality show in cui il boss selezionava con durezza gli aspiranti imprenditori. Il modello? L’omonima trasmissione con protagonista Donald Trump, in onda negli Usa dal 2004 al 2015. E ora, tra i follower di Briatore diversi lo invitano a seguire nuovamente le orme del Presidente e a candidarsi in Italia. Dopo l’imprevedibile risultato della notte americana, perché non credere che sia possibile?