Chokri Belaid, leader dell'opposizione tunisina ucciso lo scorso 6 febbraio

Avrebbe un nome, ma non ancora un volto l’assassino di Chokri Belaid, leader dell’opposizione tunisina ucciso lo scorso 6 febbraio. Si chiama Kamel Ben Taieb Kadhkadhi e di lui si sa solo che è un genio dell’informatica, con un passato di studi negli Stati Uniti, e che parla cinque lingue. Questo riporta il sito arabo Mosaique citando le testimonianze della famiglia del presunto killer, che ha confermato che il giovane è latitante.

Secondo quanto dichiarano i familiari di Taieb, l’analista sarebbe stato in procinto di essere assunto dall’amministrazione americana come esperto in sicurezza informatica. Il presunto assassino sarebbe in possesso anche della cittadinanza statunitense, ottenuta durante gli studi negli Usa. La famiglia di Taieb attende conferme dalle autorità tunisine, ma il padre del giovane ha già lanciato una condanna al figlio: “Se è stato lui l’assassino, dovrà risponderne davanti a Dio, prima che davanti agli uomini”.

Per l’omicidio Belaid, il governo tunisino ha istituito una commissione d’inchiesta speciale che lo scorso 26 febbraio ha individuato i membri del commando d’esecuzione: quattro giovani di età compresa tra i 26 e i 34 anni. Mancava all’appello solo l’esecutore materiale che sparò quattro colpi di pistola a Belaid, almeno fino ad oggi. La polizia tunisina sta braccando Kamel Ben Taieb Kadhkadhi, che – secondo le indagini – si troverebbe nel governatorato di Jendouba.

Mentre si chiude il cerchio sugli esecutori dell’attentato, è ancora polemica sui mandanti. Secondo la vedova di Belaid, la responsabilità è da attribuire al partito integralista Ennahda per le posizioni laiche del marito e al governo (di cui Ennahda è il partito più forte) per la mancata protezione dopo le ripetute minacce ricevute dal leader nei giorni antecedenti l’assassinio.

Luigi Caputo