devlet-bahceli-erzincan-ve-gumushane-(29.05.2015)-mitinglerindeki-konusmalari

ll leader del partito nazionalista turco Mhp, Devlet Bahceli

Dopo il risultato delle elezioni dello scorso 7 giugno, che ha visto un pesante ridimensionamento del suo partito, il presidente turco e leader dell’Akp Recep Tayyp Erdogan cerca alleati con cui governare. Nonostante l’iniziale reticenza, una prima apertura giunge dal leader del partito nazionalista Mhp, Devlet Bahceli, che ha però fissato alcuni paletti: fra questi la fine delle interferenze di Erdogan nell’attività di governo, l’esclusione di tutti i rappresentanti Akp coinvolti in vicende di corruzione e la fine del processo di pace per il Kurdistan turco.

Nulla di sicuro, insomma, ma se non si troverà una soluzione entro 45 giorni dalle votazioni, quando il 17 luglio finirà il Ramadan con la festa di Eid al Fitr, la Costituzione turca impone al presidente di convocare le elezioni anticipate. Prospettiva, questa, avversata dall’ex presidente della Turchia Abdullah Gul, che in un’intervista al quotidiano Hurryet ha dichiarato: “Dovremmo valutare i risultati elettorali con buon senso, senza paura. Bisognerebbe cercare di formare un governo insieme e rivolgersi al governo di un Paese come una madre fa con il proprio figlio, come la madre del Paese: con maturità. Tutti devono rispettare la volontà popolare”.

Dichiarazioni che commentano i risultati delle ultime elezioni quando, per la prima volta dopo 13 anni, il partito del presidente Erdogan non ha ottenuto la maggioranza assoluta: l’Akp ha infatti conquistato il 41% dei voti e 259 seggi nel Parlamento, che ne conta 550, risultato ben al di sotto dei 276 seggi necessari ad avere la maggioranza. I partiti di opposizione hanno conquistato 292 seggi, ma la novità più rilevante è stato l’ingresso del curdo Hdp, che ha superato la soglia di sbarramento con 79 seggi e che ha contribuito all’ingresso di 19 donne in più nel Meclis, la Grande assemblea nazionale di Ankara.

 Clara Amodeo