Le proteste contro il governo Erdogan delle ultime settimane non potevano rimanere senza conseguenze. E, di fatto, hanno “congelato” l’ingresso della Turchia nella Ue. L’avvio del negoziato era previsto per il 26 giugno, ma slitterà ad ottobre. Lo ha annunciato la presidenza irlandese di turno dell’Unione europea da Lussemburgo, dopo un giorno di mediazione fra i ministri degli Esteri dei 27 Paesi.

Tra la linea dura difesa dell’Austria che voleva “più segnali” di tutela dei diritti dei cittadini e più “passi avanti” da parte di Ankara, e quella di molti Paesi tra cui Italia e Belgio, che chiedevano che “fosse lasciata aperta una porta”, ha vinto la mediazione proposta della Germania.

Il negoziato si farà, ma proseguirà ufficialmente solo in autunno, anche per dare un segnale alle autorità turche riguardo al comportamento tenuto dal governo durante le proteste delle ultime settimane. “Il capitolo 22 è aperto. La questione è risolta” ha affermato il ministro degli esteri Ahmet Davutoglu, che ha accolto con soddisfazione la decisione dell’Ue di aprire il capitolo che riguarda le politiche regionali delle trattative di adesione. Davutoglu ha aggiunto, riferisce Hurriyet online, che le procedure e le riunioni tecniche saranno annunciate nei prossimi giorni. La Turchia, che è uno dei cinque stati membri della NATO insieme a Belgio, Germania, Italia e Paesi Bassi, intrattiene relazioni particolari con l’Europa dalla firma del Trattato di Ankara con l’allora CEE del 1963, e attende di entrare nell’Unione dal 2005.

Alexis Paparo