Sfilata sotto le luci della ribalta per “tutti gli uomini del presidente”. Ricevuto il terzo mandato alla segreteria generale del Partito Comunista Cinese, Xi Jinping ha presentato alla Cina e al mondo, nell’aula dorata della Grande Sala del Popolo di Pechino, il nuovo Comitato permanente del Politburo che lavorerà “diligentemente” per “i nuovi obiettivi”, come ha affermato l’organo di vertice del Pcc. La posizione dei fedelissimi nella gerarchia del Partito-Stato è stata segnata dall’ordine di comparsa dietro Xi.
GLI UOMINI DEL PRESIDENTE- Ai talloni del leader, al secondo posto, ha sfilato Li Qiang, capo del Partito a Shangai. Sebbene la disastrosa gestione della pandemia, Qiang sembrerebbe destinato a diventare primo ministro, ma la certezza di ciò si avrà solo a marzo. In ordine di comparsa, al terzo posto, vi è Zhao Leji, un veterano del Politburo. Guidava la commissione centrale di disciplina. Al quarto posto, il sommo ideologo del partito, Wang Huning. È il suggeritore di slogan dietro la svolta marxista- leninista. A seguire ha sfilato Cai Qi, capo del Partito a Pechino. Ha gestito bene le olimpiadi invernali di Pechino, ma durante la manifestazione ha chiuso la capitale in una bolla. Al sesto posto, Ding Xuexiang, capo dello staff di Xi. Aiuta il presidente nella gestione dell’agenda. Ultimo, in odine di comparsa e di importanza, Li Xi, capo di Partito in Guangdong. Sarà alla guida dell’anticorruzione.
LUCI E OMBRE– Se la cerimonia di presentazione del nuovo Comitato è stata sotto i riflettori, poco illuminati son stati i giorni che hanno preceduto la chiusura del XX congresso del Partito comunista. Hu Jintao, presidente della Cina dal 2003 al 2013, è stato scortato fuori dalla sala prima che i 2.300 delegati votassero all’unanimità il sostegno a Xi Jinping. Il motivo dell’allontanamento dell’ex presidente non è chiaro. Poco dopo il suo profilo su Weibo, il Twitter cinese, è stato oscurato dal Great Firewall, il sistema di censura imposto dalla Repubblica popolare cinese. Sulla vicenda al momento permane il buio, ma l’ipotesi più accreditata sull’allontanamento forzato dell’ex presidente resterebbe la sua presunta opposizione a Xi Jinping.
IL FUTURO DELLA CINA- “La Cina non può svilupparsi senza il mondo ma anche il mondo ha bisogno della Cina”. Così il presidente rieletto ha tracciato la rotta che seguirà il Paese nei prossimi cinque anni. Xi Jinpig ha assicurato che il suo Paese continuerà ad aprirsi perché “nessuno può chiudersi”. Pechino controlla, secondo i dati forniti dall’ISPI, il 90% delle “terre rare”, elementi chimici necessari per sviluppare i componenti tecnologici essenziali per lo sviluppo industriale, ma dipende dall’Europa e dagli Usa per le tecnologie finite. Dalla Russia, intanto, arrivano le felicitazioni di Putin per l’elezione di Xi che si è autodefinito “il centro dell’intero partito”. Attraverso il rinnovo della dirigenza con uomini vicino a lui, il potere del presidente sarà sempre più incontestabile e assoluto.