Kiev, Mariupol e ora Bakhmut. La cittadina dell’Oblast di Donestk è il nuovo perno della resistenza ucraina all’attacco russo. Gravissime le perdite da entrambe le parti: quasi 800 al giorno per gli aggressori tra morti, feriti e dispersi. Nella notte tra l’8 e il 9 marzo, l’esercito di Putin ha bombardato tutta la nazione: 81 missili che hanno provocato almeno 8 morti. Dal vertice di Stoccolma dei ministri della Difesa UE parla Thierry Breton: «Dobbiamo muoverci in un’economia di guerra».

Bakhmut – Si sentono di continuo i colpi di cannoni e lanciarazzi. Dai 70mila abitanti dell’anteguerra, Bakhmut oggi ne conta 5mila. Anche per questo motivo le forze ucraine sono quattro volte inferiori per numero a quelle russe, che infatti contano anche maggiori perdite: sarebbero circa 800 ogni 24 ore, molte tra il battaglione Wagner. Il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato: «Se ti ritiri da Bakhmut e organizzi una difesa altrove, la stessa intensità di combattimento la ritroverai lì», aggiungendo che «Bakhmut è un posto dove i russi hanno già perso più soldati di quanti ne abbia persi l’Urss in Afghanistan in 10 anni».

I bombardamenti – Nel frattempo, nella notte tra l’8 e il 9 marzo, si sono contati 81 missili (di cui 34 intercettati) lanciati dall’esercito di Putin su tutta l’Ucraina: da Kherson a Kiev, passando per Zaporizhzhia e le regioni di Leopoli e Odessa. Almeno 8 i morti provocati dall’attacco. Tra i razzi lanciati, 6 missili ipersonici Kinzhal, che Kiev non è in grado di intercettare.

Josep Borrell, 75 anni, Alto rappresentanti per gli affari esteri e della difesa UE. Fonte: Wikimedia Commons.

Il vertice di Stoccolma – «Dobbiamo rifornire l’Ucraina di munizioni whatever it takes», ha affermato Thierry Breton, Commissario europeo per il Mercato interno, al vertice di Stoccolma dei ministri della Difesa europei, l’8 marzo. Il piano europeo che è stato deliberato in Svezia, ha spiegato l’Alto rappresentante per la politica estera e di difesa Josep Borrell, prevede un rifornimento immediato di munizioni per Kiev, la creazione di appalti congiunti per riempire i magazzini e infine un aumento della capacità dell’industria della difesa europea. Breton ha infatti aggiunto che «è assolutamente obbligatorio che ci si muova in una sorta di economia di guerra per l’industria della difesa». La Polonia è pronta a inviare altri 10 carri armati Leopard 2 all’Ucraina nei prossimi giorni. Sono in consegna entro questo mese anche 18 carri armati dalla Germania e 3 dal Portogallo.

Transnistria – La mattina del 9 marzo è stato sventato un attentato terroristico con autobomba in Transnistria, regione separatista della Moldavia. Obiettivo, probabilmente dei servizi segreti ucraini, l’omicidio di Vadim Krasnoseslky, presidente della Transnistria dal 2016. I responsabili sono stati arrestati e avrebbero confessato.

NordStream 2 – Nel frattempo, continua il confronto internazionale sul sabotaggio del gasdotto NordStream 2 avvenuto lo scorso 26 settembre nel Mar Baltico. Alcuni funzionari dell’intelligence americana avrebbero visionato documenti che dimostrerebbero che il sabotaggio è stato realizzato un gruppo «pro Ucraina di oppositori a Putin». Il Cremlino fa sapere che non crede alla ipotesi di una organizzazione non statale e chiede un’inchiesta. Secondo il giornalista americano Seymour Hersch, dietro all’esplosione del NordStream 2, ci sarebbe la Casa Bianca.